"La Cgil di Lecce dichiara netta contrarietà alle trivellazioni nei mari Adriatico e Ionio per la ricerca di idrocarburi ed esprime solidarietà e vicinanza nei confronti degli amministratori locali che in questi giorni portano avanti uno sciopero della fame contro le autorizzazioni già rilasciate dal governo nazionale" E' quanto di legge in un comunicato stampa sindacale.

"Questa organizzazione sindacale sostiene, con convinzione, che le trivellazioni produrranno nel territorio salentino conseguenze devastanti: innanzitutto il rischio di grave inquinamento del mare e di possibili incidenti danneggerebbero irreparabilmente l’ambiente. Gli esempi precedenti in merito ci sono e sono più di uno".

"Le tecniche utilizzate per le trivellazioni – continua la nota–, in ogni caso, rischiano di danneggiare gravemente i fondali, quindi la flora la fauna di queste aree marine del Mediterraneo. Si tratta di questioni molto serie che daranno il colpo decisivo a ogni prospettiva per il Salento di far crescere sviluppo turistico sostenibile e di rilanciare l’occupazione valorizzando le sue risorse paesaggistiche e culturali".

"Senza parlare del danno all’attività della pesca: un settore già in grave difficoltà e che vedrebbe la propria definitiva demolizione davanti a una compromissione così radicale dei mari e dell’ambiente in cui cresce la fauna ittica. Nel Salento sono stati investiti denaro pubblico e privato e spesi anni di battaglie per la regolamentazione della green economy: risorse economiche e battaglie civili e istituzionali evidentemente considerate vane".

"La Cgil di Lecce ritiene che questo territorio abbia una grande alternativa alle trivellazioni per il petrolio: quella di tenere insieme gli obiettivi di tutela del territorio e di creazione di occupazione.
La richiesta al governo nazionale è di cambiare queste scelte devastanti; quella al governo regionale, di operare a difesa dell'intero territorio pugliese".