Tensione fra lavoratori e forze dell'ordine la notte tra il 26 e il 27 luglio. È accaduto allo stabilimento Jabil di Cassina de' Pecchi, nel Milanese, dove verso le 6 del mattino sono intervenuti carabinieri e polizia per rimuovere il presidio permanente cui prende parte una sessantina di persone. La protesta dei lavoratori prosegue da circa un anno, da quando cioè l'azienda, che produceva componenti per ponti radio e telecomunicazioni per conto di Nokia, ha deciso di lasciare a casa quasi 400 dipendenti.

Secondo quanto afferma la Fiom di Milano, dopo gli spintoni fra le tute blu e le forze dell'ordine, circa 20 addetti della Jabil sono riusciti a entrare nel capannone, di proprietà Nokia, e hanno iniziato a prelevare materiale, ma gli operai hanno bloccato il recupero della merce. La situazione si è normalizzata dopo le 8.30.

"Oggi all'alba - è scritto nella ricostruzione delle tute blu Cgil - un nutrito contingente di poliziotti e carabinieri si è presentato ai cancelli per sgomberare il presidio che impedisce lo svuotamento della fabbrica e la 'liberazione' dell'area per scopi speculativi. La pronta reazione - si legge - unitamente a quanti sono sopraggiunti a seguito dell'allarme dato al comparire delle forze dell'ordine ha scongiurato che l'obiettivo della multinazionale americana Jabil andasse in porto".

"La determinazione e la lotta operaia di oggi - conclude la nota - che hanno impedito l’asportazione di assets produttivi importanti mantengono così aperta la strada per il riavvio della produzione tracciata peraltro dal tavolo negoziale con la presenza delle istituzioni territoriali, il ministero dello Sviluppo, il sindaco di Cassina De Pecchi, Nokia Siemens e le organizzazioni sindacali. Jabil deve imparare anche dalla giornata di oggi che con i lavoratori si tratta e non si impongono azioni di forza che saranno sempre segnate dal più totale fallimento".