Nuovo sciopero per i dipendenti della sede centrale di Italcementi a Bergamo. Dopo lo stop del 30 ottobre scorso, si tiene oggi (lunedì 21 marzo) un'astensione dal lavoro di quattro ore, le ultime della giornata. Lo sciopero era stabilito in concomitanza con l’incontro in Confindustria sul futuro del gruppo dopo l'acquisizione da parte dei tedeschi di Heidelberg Cement, che però è stato spostato in data da destinarsi. Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno però mantenuto la protesta, che avrà luogo davanti la sede aziendale (in via Madonna della Neve).

“La mobilitazione è proclamata contro l'assordante silenzio dell'azienda che sembra nascondersi dietro le regole dell'Antitrust per poter decidere liberamente del futuro delle migliaia di lavoratori del gruppo in Italia, in particolare di quelli della sede centrale, che saranno fortemente colpiti da queste decisioni” spiegano Luciana Fratus (Fillea Cgil), Danilo Mazzola (Filca Cisl) e Giuseppe Mancin (Feneal Uil). Ma i sindacati sottolineano anche “la vistosa assenza del governo e della Regione Lombardia: in questa vertenza le istituzioni si stanno rivelando semplici spettatori, più che protagonisti attivi e responsabili. Non siamo disposti ad assistere passivamente a scelte che rischiano d'incidere sui livelli occupazionali e sulle professionalità di Italcementi”.

La forte preoccupazione dei sindacati deriva dall’evoluzione sempre più rapida del processo d'acquisizione di Italcementi da parte di Heidelberg Cement, che potrebbe concludersi già a giugno: “Alle proposte formulate dal sindacato, e presentate sia al governo che all’azienda, non è stata data alcuna risposta. Il nostro timore è che, se non s'interviene in modo deciso e tempestivo, l’acquisizione da parte di Heildeberg Cement impoverirà ulteriormente il nostro paese di asset strategici, disperdendo le numerose professionalità presenti in azienda”. Fillea, Filca e Feneal si dicono dunque “contrari a uno smantellamento tout court della presenza di Italcementi a Bergamo, perché riteniamo che le competenze presenti possano ancora contribuire alla crescita, non solo del nuovo gruppo, ma anche dell’intero paese”.