“Benvenuti nel futuro di un mercato del lavoro dove non ci sono più diritti e il lavoro è una merce in saldo”: è il commento amaro di Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, sulla vicenda che il sindacato emiliano - Cgil e categorie degli edili, trasporti, sanità, meccanica - ha denunciato oggi alla stampa, dopo aver consegnato alla Procura il materiale pubblicitario di una sedicente agenzia che propone alle aziende lavoratori interinali a contratto rumeno, con lo slogan "Vinci la crisi con lavoratori interinali a contratto rumeno. Cosa stai ancora aspettando: risparmia il 40% e beneficia della massima flessibilità . Ed in più: niente Inail, niente Inps, niente malattia, niente infortuni, niente Tfr, niente consulenti, niente tredicesima, niente quattordicesima, no problems”.

“Un messaggio che me ne ricorda altri”, prosegue Schiavella, “come l’invito a investire in Italia, ora che non c’è più il freno dell’articolo 18. Si raccoglie quel che si semina, e quando un governo decide che la sola politica economica anticrisi è quella di tagliare i diritti e le tutele del lavoro, si raccoglie l’attenzione di questi delinquenti, non certo delle imprese serie, per bene, che vogliono investire sul prodotto di qualità”.

Sono anni che la Fillea e la Cgil denunciano la presenza di queste società di intermediazione di manodopera: “caporali con i colletti bianchi e tablet, che offrono braccia a poco prezzo, italiane e straniere, o addirittura offrono alle imprese italiane la domiciliazione all’estero per pagare i lavoratori in Italia con contratti di altri paesi”, prosegue Schiavella, “e questo anche per una serie di incongruenze nella legislazione europea sul distacco comunitario. Su questi temi occorre chiarezza da parte della Ue ma occorre un impegno forte nei paesi europei. Questi caporali non possono avere diritti di cittadinanza, debbono essere fermati e colpiti. La Fillea negli ultimi anni ne ha individuati molti, tutti denunciati, alcuni già condannati. Con la campagna StopCaporalato abbiamo ottenuto sanzioni penali contro i caporali. Ma non basta, come ancora i fatti di Modena confermano. Con la crisi che morde e il governo che tace, il lavoro nero e irregolare è sempre più simile ad un vero e proprio reato estorsivo e come tale andrebbe affrontato. Occorre un inasprimento delle pene ed un rafforzamento dell’attività di contrasto e di indagine”, conclude Schiavella, “e serve subito una nuova normativa sugli appalti, così come la Cgil sta chiedendo con la campagna di raccolta firme”.