No della Filcams al rinnovo del contratto integrativo di Lidl Italia, firmato invece da Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. "L’accordo - scrive la categoria Cgil - si discosta in modo rilevante da quanto condiviso e definito nella piattaforma predisposta e presentata unitariamente all’azienda all’avvio del negoziato. Una trattativa durata due anni, nel contesto della quale abbiamo cercato, con estrema difficoltà, di tutelare i diritti e gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori, con l’obiettivo innanzitutto di 'consegnare' loro un accordo integrativo che valorizzasse il fondamentale contributo apportato dai dipendenti ai fini dei considerevoli risultati raggiunti in questi anni dall’impresa in termini di fatturato e utili".

Per la Filcams parte rilevante dei contenuti destano "perplessità e preoccupazione, avendo tra l’altro ritenuto le parti che lo hanno sottoscritto di definire, nell’ambito di un contratto integrativo che avrebbe dovuto migliorare quanto previsto dal ccnl, importanti deroghe allo stesso in materia di flessibilità". La categoria Cgil sottolinea che l'azienda "si è rifiutata di prendere in considerazione quanto reiteratamente richiesto e proposto dalla Filcams nel corso della trattativa, a partire dalla rimozione dal confronto di qualsiasi riferimento all’articolo 8 della legge 148 del 2011, che consente alle aziende (e consentirà a Lidl) di derogare al ccnl e alla legge, determinando un forte peggioramento delle condizioni di lavoro per i propri dipendenti".

Anche la richiesta di definire un “sistema” che disciplinasse l’annosa questione del consolidamento dell’orario di lavoro non è stata accolta. "L'accordo introduce infatti una sorta di sperimentazione, che coinvolge un numero limitato di lavoratori, per un aumento di ore settimanali non certo rilevante, al quale si aggiunge, in modo del tutto negativo e penalizzante, quanto preteso dalla Lidl in materia di flessibilità" continua la Filcams, sottolineando che si tratta di "una flessibilità incontrollata, che dà possibilità all’azienda di variare il numero delle ore lavorate settimanalmente e la loro collocazione temporale, ed è regolata in attuazione degli stessi criteri e meccanismi di distribuzione dell’orario di lavoro previsti per i lavoratori a tempo pieno. Di fatto si consente all’azienda, a fronte di un minimo incremento orario, di decidere arbitrariamente gli orari in cui i lavoratori sono tenuti a prestare la propria attività, restando a totale disposizione di Lidl".

Ma non finisce qui, perché la Filcams evidenzia anche che "l’impresa si è pregiudizialmente rifiutata di discutere di qualsiasi forma di incentivazione variabile. Dall’inizio del negoziato, infatti, Lidl ha preteso di escludere dal confronto la definizione di un premio di produttività. Pur in una situazione economica nettamente positiva, l’azienda si è resa disponibile, peraltro in termini non meglio precisati e di estrema approssimazione come si evince dal testo sottoscritto, ad affrontare soltanto il tema del welfare aziendale".

Con la firma separata, dunque, l’azienda, estromettendo "dal confronto la Filcams, organizzazione sindacale anche in questo contesto senz’altro maggiormente rappresentativa, non solo ha mantenuto una condotta grave e inaccettabile, ma ha perso l’ennesima opportunità di condividere con i lavoratori, che ne sono i principali artefici, i risultati della straordinaria fase di sviluppo che sta attraversando. Un segnale di disattenzione e disinteresse nei confronti dei propri dipendenti che non ha giustificazione". Nei prossimi giorni, in conclusione, l’impegno della Filcams "sarà rivolto al massimo coinvolgimento dei lavoratori Lidl, attraverso la convocazione di assemblee e attivi, al fine di discutere e chiarire nel dettaglio la gravità dei contenuti dell’accordo sottoscritto e definire iniziative che consentano un recupero della difficile situazione che i firmatari dell’accordo hanno determinato".