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Cresce l’allarme per il ritorno dei voucher, e crescono le iniziative di contrasto da parte della Cgil, che da giorni è in stato di mobilitazione permanente, con moltissime iniziative sui territori. Ora la confederazione chiama a raccolta anche a Roma, per un presidio oggi (venerdì 26 maggio), dalle 10 a mezzogiorno, in piazza della Rotonda (Pantheon). Organizzato dalla Cgil nazionale e da quella di Roma e Lazio, “il presidio è stato indetto per manifestare contro l'eventuale approvazione da parte del Parlamento di emendamenti che prefigurerebbero il ritorno dei voucher con norme peggiori”. E’ quanto si legge in una nota dell’organizzazione sindacale. Sempre oggi, alle 11.30, in Corso d'Italia 25 (sala Santi), è prevista una conferenza stampa del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.
Martedì scorso il Comitato direttivo della Cgil ha approvato un ordine del giorno sui voucher e sul rischio di una nuova normativa su lavoro occasionale. “Si sta cercando - sostiene la Cgil - di far rientrare dalla finestra ciò che, con le nostre firme e la nostra iniziativa e mobilitazione, abbiamo fatto uscire dalla porta. Si tratta di un tentativo inqualificabile e inaccettabile”. Sarebbe la prima volta nella storia della Repubblica, sottolinea il sindacato, “che un governo e la sua maggioranza intervengono con un provvedimento legislativo opposto a quello emanato poco prima con il fine di evitare una prova referendaria. Questo configurerebbe una sostanziale violazione dell'art. 75 della Costituzione e costituirebbe un atto irrispettoso nei confronti della Suprema Corte di Cassazione che si è appena pronunciata in proposito”.
Se questo tentativo si concretizzerà in un provvedimento di legge, la Cgil “porrà in atto una ferma e coerente azione di contrasto, facendo sin da subito appello al Presidente della Repubblica affinché intervenga, facendosi garante del rispetto della Costituzione e del diritto di voto da parte dei cittadini”. L’ordine del giorno del Comitato direttivo della Cgil, ha inoltre dato “mandato alla segreteria, in ragione delle eventuali decisioni parlamentari, di promuovere sia una petizione popolare per il rispetto dell’art. 75, sia una grande manifestazione nazionale alla quale chiamare a partecipare lavoratori, pensionati, cittadini e tutte le organizzazioni democratiche del Paese”.
Non solo Roma, si diceva. Ad esempio il Veneto, dove sono previste iniziative in tutte le province. Oppure la Puglia, una delle regioni più colpite dalla “overdose” di voucher, nei mesi e anni passati, in settori stagionali come la filiera agricola e il turismo. Sempre oggi (venerdì 26) scendono in piazza Bari, Lecce e Barletta, ma tutte le Camere del Lavoro pugliesi sono chiamate a una mobilitazione straordinaria.
Restando nel meridione, il 25 la protesta della Cgil ha toccato la città di Matera, in Basilicata, mentre in Sicilia, a Palermo, l’appuntamento è ancora per oggi, con un sit-in davanti alla prefettura.
In Emilia Romagna, Bologna è già scesa in piazza, mentre Parma sta per farlo. Salendo più a Nord: si stanno moltiplicando in Brianza gli appelli delle Rsu delle aziende metalmeccaniche contro il colpo di mano parlamentare sui voucher. Le Rsu di Candy, Ernesto Malvestiti, Valbart Flowserve, Brugola, Babcock, Gianetti Ruote, Sts Acoustics, Icar (solo per citarne alcune) hanno espresso la loro contrarietà a far rientrare dalla finestra i buoni lavoro. Molte rappresentanze sindacali aziendali del territorio stanno facendo pervenire ai parlamentari eletti in Brianza forti prese di posizione contrarie.
Per restare in Lombardia, la Camera del Lavoro di Milano chiama a raccolta oggi, alle 10 del mattino, davanti alla sede della prefettura. Mentre Campania e Piemonte hanno già avviato la mobilitazione. Ma è solo un primo elenco parziale di iniziative, destinato a inevitabili aggiornamenti.
La Cgil è pronta a fare le barricate, insomma, come spiegano chiaramente due delle categorie più colpite in passato dal ricorso ai voucher: la Filcams (servizi) e la Flai (agroalimentare). I princìpi in ballo, e da difendere, sono molti. Non solo il diritto a un mercato del lavoro non dopato dai voucher, non solo il diritto a un lavoro tutelato, specie in quei mestieri più esposti alle prevaricazioni e ai soprusi. Ma anche i diritti costituzionali e di cittadinanza, come si diceva sopra: un referendum indetto grazie a milioni di firme è stato annullato da una legge. Adesso una manovra di aggiustamento del bilancio, in assenza di confronto e dibattito tra governo e parti sociali, non può ripristinare le norme abolite. Sarebbe una prepotenza inaccettabile. E non sarà accettata.