Si svolgerà a Roma il 18 gennaio all’Auditorium Antonianum di Viale Manzoni, a Roma, l’Assemblea unitaria delle strutture e dei 400 delegati sindacali del settore imprese di pulizia, servizi integrati e multiservizi. L’assise, convocata dai sindacati nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti per le ore 10 del mattino, ha come obiettivo valutare nuove iniziative di mobilitazione a sostegno della vertenza che coinvolge 600mila addetti del comparto che operano prevalentemente in regime di appalto, in attesa del rinnovo del contratto nazionale di settore, che è scaduto il 30 aprile 2013.

Le trattative con le associazioni imprenditoriali (Anip Confindustria, Legacoop Servizi, Federlavoro e Servizi Confcooperative, Unionservizi Confapi e Agci) sono in stallo da diversi mesi, e nel 2017 hanno registrato delle significative distanze. Conseguentemente è stato proclamata una giornata di sciopero nazionale.

I sindacati considerano inaccettabili le proposte avanzate al tavolo di confronto sul salario e sul trattamento economico della malattia (con il peggioramento dell’istituto contrattuale sia in termini di riduzione del periodo di comporto, sia con la penalizzazione del pagamento dei primi tre giorni  di malattia). Ma anche quelle sul cambio di appalto (con la definizione del concetto di discontinuità per evitare l’applicazione dell’art. 2112 del Codice Civile e il trasferimento del personale nella successione e/o sostituzione tra imprese appartenenti alla stessa Ati, Rti, Consorzio, subappaltatori, ecc. senza prevedere la disapplicazione del contratto a tutele crescenti, come invece concordato in precedenza) e sulle condizioni di lavoro per i nuovi assunti (con il mantenimento al primo livello per un tempo superiore a quello attualmente previsto e la riduzione dei giorni di ferie).

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti non intendono quindi accettare che il rinnovo di un contratto nazionale, scaduto da quasi 5 anni, sia sottoposto a “pregiudiziali che attaccano i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori in un settore dove le logiche del massimo ribasso e del dumping contrattuale sono purtroppo realtà quotidiane con inevitabili ripercussioni sul taglio dell’orario di lavoro e delle retribuzioni”.