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Il contesto all’interno del quale si muove il circondario di Imola è quello della Città metropolitana di Bologna, che nel 2013 e nel 2014 mostra ancora dinamiche recessive e solo alcuni deboli e incerti segnali di ripresa. Il valore aggiunto, sia a livello metropolitano che regionale, ancora in territorio negativo nel 2013, fa segnare nel 2014 un modestissimo aumento, a seguito del quale è più opportuno parlare del 2014 come di un anno di sostanziale stabilità.
La crescita contenuta del valore aggiunto del 2014 è, all’interno dell’area bolognese, alimentata soprattutto dal comparto dei servizi; le vendite del commercio, e i valori di produzione e fatturato della manifattura e dell’edilizia si contraggono anche nel 2014. Segnali di importante e stabile ripresa provengono dalle esportazioni, che fanno registrare, tra la seconda metà del 2013 e i primi tre trimestri del 2014, tassi di crescita stabilmente attorno al 5% circa.
All’interno del quadro metropolitano appena descritto il territorio imolese si mostra più fragile: sia nel 2013 che nel 2014 il circondario vede ridurre ulteriormente il numero di imprese presenti sul territorio, accumulando tra la fine del 2008 e la fine del 2014 una contrazione del patrimonio imprenditoriale del 5,3% al cospetto di una riduzione del “solo” 3% della Città metropolitana, e del 2,5% della regione. La contrazione del 2014 va a incidere ancora su quei settori che hanno accusato maggiormente la crisi, ovvero la manifattura (meno 1,2%) e soprattutto l’edilizia (meno 2,1%).
Rimangono invece complessivamente stabili nel numero le attività dedite ai servizi (meno 0,2%), ma se da un lato continua a scendere la logistica, dall’altro si conservano alcune aree di dinamicità sia tra le attività rivolte alla persona che tra i servizi avanzati destinati alle imprese: crescono infatti le attività di alloggio e ristorazione, le immobiliari, di informazione e comunicazione, finanziarie e assicurative, e quelle relative a sanità e assistenza sociale. Subiscono invece una battuta d’arresto le attività commerciali e quelle professionali tecniche e scientifiche. Nelle 13.001 unità locali dell’Imolese registrate a dicembre 2013, lavoravano circa 44.991 addetti, 839 in meno rispetto allo stesso mese del 2012 (meno 1,8%); degli 839 addetti espulsi dal mercato del lavoro imolese, sono 799 quelli dal carattere dipendente, che diminuiscono rispetto al 2012 del 2,4%.
Parallelamente al numero di imprese diminuiscono quindi anche gli addetti e soprattutto i dipendenti e anche dalla prospettiva dei lavoratori si evidenzia, sia nel lungo che nel breve periodo, una minor tenuta del circondario rispetto alla Città metropolitana: tra il 2008 e il 2013 nell’Imolese si registra una riduzione del 5,2% del numero di addetti e del 6,7% dei dipendenti, mentre nella Città metropolitana il calo si ferma rispettivamente al 3,6% e al 4,7%. La riduzione degli addetti tra il 2008 e il 2013 è particolarmente concentrata nelle costruzioni (meno 21,3%, pari a meno 655 addetti) e nell'industria in senso stretto (meno 13,7%, pari a meno 2.254 addetti).
I settori dei servizi e del commercio, invece, fanno registrare nel lungo periodo una discreta dinamicità, con un aumento di 631 addetti tra il 2008 e il 2013, sebbene le ultime due rilevazioni disponibili, quelle del 2012 e del 2103, segnalino l’inizio di un periodo di maggior volatilità che porta a una riduzione nel numero di addetti di circa 265 unità.
L’artigianato è sicuramente il segmento maggiormente colpito dalle difficoltà economiche; effettuando un confronto tra le aziende artigiane e le non artigiane, risulta evidente come sia nel breve che nel lungo periodo siano più onerose le riduzioni proprio nel comparto artigiano, sia a livello di aziende che di addetti: dal 2008 al 2013 infatti le aziende artigiane diminuiscono del 6,1% e le non artigiane solo del 3,1%.
Tali differenze diventano ancora più significative se andiamo a guardare gli addetti e i dipendenti: dal 2008 si perdono nelle aziende artigiane 1.129 addetti (meno 11,9%), di cui 901 dipendenti (meno 18,9%), contro una riduzione nella frazione non artigiana rispettivamente del 3,5 e del 4,8%.
Anche le cooperative del territorio non sono state risparmiate dalla crisi, con un calo sia del numero di aziende che degli addetti: dalle 126 cooperative attive nel 2008 si è passati alle 113 del 2013, pari a una riduzione di 376 addetti (meno 4,1%), sebbene si evidenzi una dinamica positiva nel numero di lavoratori nel settore primario.
Il tasso di disagio occupazionale costruito con l’ausilio delle Did (Dichiarazioni di immediata disponibilità) evidenzia un trend in costante e continua crescita dal 2008: le difficoltà occupazionali che nel 2008 interessavano il 7,5% circa della popolazione attiva, colpiscono invece nel 2013 il 14,7% dei potenziali lavoratori. Il disagio colpisce in misura maggiore le donne e soprattutto gli stranieri: uno su 3 ha un disagio di tipo occupazionale contro un italiano su 14. Difficoltà occupazionali hanno inoltre iniziato a coinvolgere anche le fasce di età più alte (dai 45 anni in su) e le persone con un’istruzione più elevata (diploma secondario in su).
Oltre alla stabile ripresa delle esportazioni rilevate dalla fine del 2013 nell’intera Città metropolitana, ci sono anche alcuni segnali incoraggianti che interessano esclusivamente il circondario: nel secondo semestre del 2013 il territorio imolese sperimenta un aumento degli avviamenti del 3% circa, nello stesso momento in cui la Città metropolitana registrava ancora, e per il quarto semestre consecutivo, una contrazione degli stessi. Il vero dato positivo è che a sostenere tale aumento degli avviamenti troviamo anche l’industria in senso stretto, settore in difficoltà negli ultimi anni e molto rappresentato sul territorio imolese.
Nonostante il movimento positivo fatto registrare dagli avviamenti, il fabbisogno occupazionale necessario a ripristinare l’equilibrio economico e sociale presente sul territorio prima della crisi, ovvero nel 2007, è nel 2013 ancora di circa 4.000 posti di lavoro. In altri termini, l’Ires Emilia Romagna ha calcolato che per ripristinare l’equilibrio pre-crisi del 2007 servirebbe aumentare del 9,17% il numero degli attuali posti di lavoro.
L’ultimo dato che vogliamo mettere in luce è quello relativo alla popolazione, perché il 2013 fa segnare un’altra importante novità oltre a quella relativa agli avviamenti: per la prima volta da oltre 20 anni si registra un calo, seppur contenuto, della popolazione, pari allo 0,4% per il circondario e per la regione e dello 0,2% per la provincia. Il fenomeno è in gran parte dovuto a un esodo al di fuori della regione delle popolazioni straniere, che hanno ridotto la loro presenza sul territorio imolese dal 9,8% del 2012 al 9,6% del 2013; da segnalare come contemporaneamente si registri anche un esodo di tipo autoctono seppur di ridotta entità. Il calo si concentra soprattutto nella popolazione attiva, coinvolgendo tutti i comuni del circondario imolese, a eccezione del solo comune di Castel Guelfo.
In sostanza, dal nostro osservatorio si evince che il 2013 e il 2014 sono anni di recessione per certi versi simili, sebbene il 2014 dia cenni di ripresa nel valore aggiunto e soprattutto nelle esportazioni, queste ultime trainate in particolare dal settore dei macchinari e apparecchiature, molto rappresentato nel territorio imolese. Non solo. Si conferma la dinamica negativa degli addetti nel 2013 e del tessuto imprenditoriale anche nel 2014, sia nella manifattura che nelle costruzioni, mentre si registra un certo dinamismo in alcuni comparti dei servizi e nel commercio, sebbene l’ultimo periodo in esame appaia caratterizzato anche nei servizi da una maggior volatilità e incertezza.
Sempre dall’osservatorio si è riscontrata, sia nel breve che nel lungo periodo, una tenuta minore dell’economia del circondario rispetto a quella della Città metropolitana, determinata dalla sua maggior vocazione manifatturiera e dalla minor grado di terziarizzazione rispetto al resto del territorio bolognese. La manifattura, più rappresentata sul territorio imolese, è notoriamente in difficoltà, mentre il terziario che potrebbe sostenere la ripresa è meno presente rispetto alla Città metropolitana.
Dall’inizio della crisi, si evidenzia inoltre un aumento continuo del disagio occupazionale fino al 2013, esteso peraltro anche alle fasce più alte di età e alle persone con un’istruzione più elevata. Il 2013 porta infine due importanti novità: segnali di ripresa nel secondo semestre nella domanda di lavoro nell’industria in senso stretto, cosa che ci consente di conservare un cauto ottimismo, e la contrazione della popolazione, che ci conferma il momento di minor attrattività lavorativa del circondario.
Testo integrale del rapporto