Chiude l'Immobiliare Strasburgo srl, azienda sequestrata nel 1993 a Vincenzo Piazza, all’epoca il più grosso sequestro mai compiuto in Italia. La notizia della messa in liquidazione della società, che ai tempi vantava un patrimonio di un miliardo, è stata appresa dal sindacato oggi. A deliberare lo scioglimento, è stato il consiglio direttivo dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la gestione dei beni confiscati alla mafia. I lavoratori che rischiano il licenziamento sono 37.
“Questa decisione è incomprensibile, perché l'impresa, allo stato attuale, è operativa e ci risulta avere una buona situazione economica e patrimoniale – afferma il segretario della Fillea Cgil, Francesco Piastra –. Ci preoccupa questa scelta, perché porterà alla perdita di posti di lavoro, con gravi ripercussioni sul piano sociale e, ci permettiamo di dire, culturale, posto che l'esito di una procedura di riconduzione alla legalità di un'azienda non può essere quello della sua chiusura e del licenziamento dei suoi lavoratori”.
Secondo il sindacato degli edili della Cgil, invece, il buono stato dell’azienda potrebbe rendere praticabile una delle ipotesi di destinazione previste dall'articolo 48 (del dlgs 159/2011), vale a dire un'opzione che favorisca la continuità dell’attività produttiva e il mantenimento dell’occupazione. “Per tali motivazioni – aggiunge il dirigente sindacale –, chiediamo che l’Agenzia revochi il provvedimento e attivi un urgente confronto con i sindacati, per discutere di soluzioni alternative alla liquidazione dell’azienda, nella prospettiva della continuità produttiva e occupazionale. In tempi rapidi, visto che la decisione dell’Agenzia sarà ratificata il 27 novembre, davanti al notaio”.