L'Ilva intende mandare in cassa integrazione ordinaria 2.000 dipendenti dell'area a freddo dello stabilimento, a partire dal 19 novembre prossimo. Lo comunica l'azienda a Fim, Fiom e Uilm durante l'incontro di oggi (6 novembre) nella centro direzionale di Taranto. 

L'incontro si è concluso senza alcuna intesa sulla volontà dell'azienda. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto di soprassedere alle procedure di cassa integrazione.

L'ammortizzatore sociale, secondo la richiesta del gruppo, dovrebbe durare 13 settimane. I reparti interessati sono: tubificio longitudinale 1-2 rivestimenti, area Iaf impianti a freddo, treno lamiere, treno nastri 1, officine e area servizi.

Arriva il primo commento della Fiom,  "indisponibile a trattare l'argomento della cassa integrazione ordinaria per 2.000 dipendenti dell'area a freddo, che l'Ilva ha chiesto oggi in un incontro con i sindacati, pare per motivi legati all'andamento non positivo del mercato dell'acciaio".

Così il segretario provinciale delle tute blu Cgil di Taranto, Donato Stefanelli. L'indisponibilità della Fiom è dovuta alla "assenza di un vero tavolo negoziale sulle prospettive, sul piano di risanamento del sito e sulla piattaforma della Fiom. Il tempo è scaduto, Riva e Ferrante dichiarino i propri impegni".