Cgil, Cisl e Uil denunciano “l’insostenibile situazione” del Tribunale di Roma che, nella complessiva carenza di personale negli uffici giudiziari di tutto il paese, è al limite del collasso.  È l’ufficio più grande del Paese, sia per numeri sia per dimensioni: i lavoratori “assistono inermi al proliferare di vuoti incolmabili negli uffici e nelle cancellerie, facendo il possibile per non creare disservizi e mandare avanti la macchina della giustizia, di cui il Tribunale di Roma è un fulcro centrale”. La situazione attuale è davvero tragica: “Mancano circa 400 unità, su una dotazione organica di 1.203 unità previste per il Tribunale di Roma i presenti sono soltanto 869. Altre 30 unità sono distaccate o comandate in altri uffici e in altri enti. Sono poco più della metà i funzionari giudiziari (172 presenti su un organico di 331 unità), mancano i direttori (presenti 48 su 86), i cancellieri, gli assistenti, gli operatori, i conducenti e gli ausiliari”.

“Il piano assunzionale messo in opera dall'amministrazione centrale a oggi non ha saputo dare risposte adeguate né per il Tribunale di Roma né per il resto degli uffici giudiziari del Paese”, dichiarano Giancarlo Cenciarelli (segretario generale Fp Cgil Roma Lazio), Giancarlo Cosentino (segretario generale Cisl Fp Roma Capitale Rieti) e Maurizio Narcisi (Uil Pa Roma e Lazio): “Nei prossimi mesi sono previste ulteriori uscite tra il personale delle cancellerie, l’ufficio del tribunale potrebbe restare senza dirigenza, lo stesso presidente del tribunale andrà in pensione. Carenze che non potranno essere colmate, almeno nell'immediato, mentre le attività aumenteranno già dai primi mesi del 2020, con l’avvio delle programmate attività di verifica dell’Ispettorato generale del ministero della Giustizia”. Cenciarelli, Cosentino e Narcisi rimarcano di aver “scritto più volte a tutti i vertici dell’amministrazione centrale evidenziando non solo le carenze e il conseguente sovraccarico della mole di lavoro, ma anche l'inadeguatezza degli spazi e delle strutture e la mancata applicazione degli accordi sottoscritti dal 2017, negando di fatto il diritto alla carriera e il riconoscimento delle professionalità, pur previsto dal decreto ministeriale Orlando”.

“Non si può ignorare la centralità del Tribunale di Roma ed è emergenziale partire da qui per un impegno concreto e fattivo che dia immediata risposta all'attuale voragine nella dotazione organica”, concludono le organizzazioni sindacali: “Senza azioni concrete si andrà necessariamente, malgrado gli sforzi dei lavoratori, verso la chiusura dei servizi, delle cancellerie, la riduzione delle udienze e degli orari di apertura al pubblico. Lo stesso presidente del tribunale, sollecitato anche dal nostro intervento, ha incontrato i vertici dell’amministrazione centrale. Attendiamo di essere convocati per conoscerne gli esiti: in mancanza di un riscontro positivo, la mobilitazione dei lavoratori, ormai esasperati, andrà avanti”.