La crisi iniziata nel 2008 lascia in eredità al Sud un vero e proprio "tracollo". Sopratutto per quanto riguarda l'occupazione: tra il 2008 ed il 2014 infatti il Mezzogiorno ha registrato una caduta dell'occupazione del 9%, oltre sei volte superiore a quella del Centro Nord (-1,4%). E' quanto emerge dal rapporto Svimez 2015 sull'economia del Mezzogiorno presentato oggi a Roma.

Dei circa 811 mila posti di lavoro persi in Italia dal 2008 al 2014, infatti, ben 576 mila si sono registrati nel Mezzogiorno: pur avendo ormai una quota sul totale degli occupati di circa il 25%, al Sud si è concentrato oltre il 70% dei posti di lavoro persi a livello nazionale. 

Lo Svimez segnala poi che nel settore pubblico il Sud perde 147mila posti di lavoro, mentre il Centro-Nord ne guadagna 82mila. Crescono i posti di lavoro per gli stranieri, e più al Sud (+67% a fronte del +31,7% del Centro-Nord). Negativa invece la dinamica dell'occupazione femminile: -3,2% contro +1,9% del Centro-Nord.

Nel 2014, tra l'altro, gli occupati in Italia sono cresciuti dello 0,4% rispetto al 2013, pari a 88.400 nuovi posti di lavoro. La crescita si concentra però esclusivamente nelle regioni del Centro-Nord (+133mila) mentre continua il crollo del Mezzogiorno (-45mila). Il numero degli occupati del Sud è sceso così a 5,8 milioni, sotto la soglia simbolica dei 6 milioni; il livello più basso almeno dal 1977, anno da cui sono disponibili le serie storiche delle basi di dati.

Anche gli andamenti di lungo periodo del Pil, però, "confermano un Paese diviso e diseguale: negli anni di crisi quello del Sud si è ridotto di 13 punti percentuali, circa il doppio del pur importante -7,4% del Centro-Nord. Il divario di Pil pro capite tra Centro-Nord e Sud nel 2014 ha toccato il punto più alto degli ultimi 15 anni, tornando, con il 53,7%, ai livelli del 2000". 

E i dati sui consumi non fanno altro che confermare questa deriva del Mezzogiorno. I consumi delle famiglie meridionali sono ancora scesi, continuando a ridursi nel 2014 dello 0,4%, a fronte di un aumento del +0,6% nelle regioni del Centro-Nord. Qui si è registrato un recupero dei consumi di beni durevoli, con un aumento delle spese per vestiario e calzature (+0,3%) e di altri 'beni e servizi', categoria che racchiude i servizi per la cura della persona e le spese per l'istruzione (+0,9%). In crescita nel Centro-Nord anche i consumi alimentari (+1%), a fronte della contrazione del Mezzogiorno (-0,3%). In generale nel 2014 i consumi pro capite delle famiglie del Mezzogiorno sono stati pari al 67% di quelli del Centro-Nord.