Stabilizzazioni dei precari, aumenti in busta paga, norme rigide sugli appalti interni, perfino una riduzione di orario in cambio dell’incremento della produttività. Altro che Jobs Act, qui siamo andati oltre, grazie a un sindacato che ragiona, contratta, convince. La Walvoil di Reggio Emilia, azienda di prodotti oleodinamici del gruppo Interpump, è la seconda impresa metalmeccanica più grande della provincia, con oltre 900 dipendenti. Da due anni sta conseguendo risultati positivi, riguardo sia al fatturato sia agli utili (192 milioni di ricavi nel 2016 e un utile di 22 milioni di euro), e Rsu, Fiom Cgil e Uilm Uil, per tutti i nove mesi del negoziato, hanno chiesto che una parte della ricchezza prodotta tornasse nelle tasche dei lavoratori che la creano.

Si è così arrivato a un accordo, approvato dai lavoratori a larghissima maggioranza (717 voti favorevoli, pari al 93 per cento). Il primo punto è la stabilizzazione di almeno 60 giovani lavoratori interinali: “Togliere sessanta ragazzi dall’incertezza lavorativa – spiegano Simone Vecchi (Fiom) e Jacopo Scialla (Uilm) – è per noi il cuore del contratto. È un risultato significativo in questi anni post Jobs Act, dove la precarietà non fa che aumentare”. Riguardo il premio di produzione, l’accordo prevede 8 mila euro nei prossimi quattro anni, con un anticipo annuo di mille euro e un aumento strutturale che, a regime, sarà di circa 700 euro annui grazie a una nuova indennità oraria.

Ed è sull’orario che si registra la seconda grande novità. “Abbiamo ottenuto una riduzione oraria annua di 24 ore a carico dell’impresa – spiegano i due sindacalisti – perché gli aumenti di produttività devono anche potersi trasformare in riduzioni di orario per i dipendenti”. Con il nuovo accordo i lavoratori usciranno dieci minuti prima dal lavoro ogni giorno o, per i turnisti, guadagneranno tre giornate aggiuntive di permesso all’anno rispetto al contratto precedente.

Durante i nove mesi di trattativa non sono mancati i momenti di attrito con l’azienda, ma l’accordo si è chiuso senza dover ricorrere agli scioperi. Il confronto ha spaziato su molte tematiche: da un nuovo approccio alla prevenzione alla salute attraverso il miglioramento della formazione dei lavoratori, alla maggior trasparenza sui Documenti di valutazione del rischio (Dvr), al più ampio coinvolgimento dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls).

Per la prima volta alla Walvoil l’accordo aziendale norma anche le condizioni dei lavoratori degli appalti, specificando che le ditte appaltatrici che lavorano presso gli stabilimenti reggiani dovranno applicare le condizioni previste dai contratti nazionali firmati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Con questo punto i sindacati hanno condiviso con l’azienda che dentro la Walvoil non si possa andare sotto i minimi tabellari, garantendo un reddito dignitoso anche ai lavoratori delle coop. Affrontando concretamente il problema legato alle cooperative che molto spesso violano i contratti nazionali o non li applicano affatto. “Le Rsu sin dall’inizio hanno affermato che un’azienda di questo calibro, a Reggio Emilia, non può tollerare sacche d’ingiustizia e sfruttamento al proprio interno” concludono Vecchi e Scialla: “L’accordo finale dimostra che anche la contrattazione aziendale può mettere un freno alla degenerazione sociale che avviene negli appalti”.