La Cgil chiede che il Consiglio europeo e il Parlamento europeo respingano l'adozione e la ratifica dell'accordo Ceta (l’accordo economico e commerciale globale tra l'Unione Europea e il Canada), nel caso in cui non siano apportate modifiche sostanziali sui punti non condivisibili. È quanto si legge in una nota (QUI IL TESTO INTEGRALE, PDF) di Fausto Durante, responsabile delle politiche europee e internazionali della confederazione. “La Cgil – si legge - chiede che il Parlamento italiano e il Governo assumano posizioni conformi a questo obiettivo".

Durante ricorda che la confederazione ha più volte espresso le sue posizioni in materia di accordi commerciali e sugli investimenti. “In particolare, nel giugno scorso, ha preso posizione sul negoziato Ttip tra Unione Europea e Usa, riconfermando criteri e condizioni che possono rendere utile per i lavoratori accordi di questo tipo. Per la Cgil i negoziati dovrebbero rispettare chiari requisiti, tra cui la necessità di negoziati trasparenti e di una prevenzione efficace verso qualsiasi tipo di pressione al ribasso sulle norme ambientali sociali e a tutela dei lavoratori”.

Per la Cgil “dovrebbero essere mantenute in vigore norme per la protezione dei servizi pubblici, evitando le spinte ad una maggiore privatizzazione, così come il legittimo ‘spazio politico’ per i governi nelle decisioni normative sulle politiche economiche e sociali”. La Cgil, in particolare, ritiene essenziale non concedere agli investitori diritti speciali per intentare cause contro gli Stati nazionali.

Nei mesi recenti – ricorda Durante – , il sindacato “ha espresso ripetutamente e pubblicamente queste posizioni e le ha esplicitate chiaramente al governo italiano – anche come presidente di turno della Ue - non solo nel quadro dei negoziati in corso sull'accordo di libero scambio con gli Usa (il partenariato transatlantico su commercio e investimenti, Ttip), ma applicandole ugualmente all'accordo di libero scambio tra la Ue e il Canada (accordo economico e commerciale globale, Ceta), il cui negoziato, se possibile, si è svolto in una maniera ancor meno trasparente e democratica. L'accordo è stato concluso e sta ora affrontando il processo di pulizia e di traduzione giuridica che sarà seguito dalla decisione del Consiglio europeo e dal processo di ratifica.

“Il testo dell'accordo pubblicato non risponde ai requisiti indicati dalla Cgil e dal sindacato europeo e non può raccogliere il nostro consenso”. In particolare la confederazione segnala che l'accordo non include norme esigibili volte a tutelare e migliorare i diritti dei lavoratori; contiene un capitolo non condivisibile sulla protezione degli investimenti, nonché sui diritti particolari degli investitori di adire in giudizio gli Stati (Isds); nella liberalizzazione dei servizi, l'accordo persegue un approccio basato su una lista negativa e non protegge adeguatamente i servizi pubblici.

Il Ceta – ricorda Durante – “costituisce un accordo importante non solo in sé, ma anche come modello per il Ttip. Si può desumere che le norme in materia di ampia liberalizzazione e le clausole sulla protezione degli investimenti saranno anch'esse introdotte nel Ttip, se approvate con l'accordo Ceta”.