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Dopo che l’8 gennaio c’era stato l’avvio formale della procedura di mobilità, nel gruppo Starwood, per 423 lavoratori dipendenti e l’annuncio del mancato rinnovo del contratto per 230 stagionali, sono saliti a 653 gli esuberi in totale a livello nazionale.
Solo a Roma sono 91 allo Sheraton hotel, 82 su 285 all’hotel Excelsior e un numero da quantificare al S.Regis. Il 22 gennaio qualche decina di lavoratori, come altre centinaia in tutta Italia, mobilitati a difesa del posto di lavoro, hanno presidiato con striscioni e bandiere l’entrata dell’Hotel Ecelsior in via Vittorio Veneto, a Roma.
Mentre la Starwood, colosso mondiale nel settore alberghiero, motiva la messa in mobilità dei lavoratori come conseguenza della situazione di crisi che stiamo vivendo, si va in controtendenza incentivando l’uso di personale esternalizzato, più ricattabile, senza garanzie sindacali: usa e getta.
Secondo i lavoratori della Filcams Cgil dell’Excelsior non c’è proporzione tra quanto deciso dall’azienda e la flessione del lavoro, calcolata in circa il 7%, mentre gli esuberi previsti toccano circa il 29%.
Il settore turistico alberghiero non prevede ammortizzatori sociali e dopo i 120 giorni di mobilità, garantiti dalla legge 223/91, resta il licenziamento. «Ma nel nostro caso, ad esempio – dice Miriam Argiolu, Rsu all’Excelsior di Roma - l’azienda si è dimostrata magnanima ed è disposta a riassorbire gli esuberi con contratto esterno, ricattabili in tutto e per tutto. Allora due sono le cose – continua la delegata sindacale – o c’è crisi e allora non serviamo, oppure se serviamo, perché ci mettono fuori e ci riprendono? Noi riteniamo – conclude Miriam Argiolu - che da parte del gruppo Starwood ci sia solo la volontà di spaccare il sindacato e mortificare i lavoratori sia nelle tasche che nei diritti».