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Il Parlamento greco ha adottato nella notte la nuova legge di bilancio per il 2013, con 167 voti a favore e 128 contrari, che prevede tagli per oltre 9 miliardi di euro, di cui 7,6 miliardi su salari e pensioni. L'approvazione della nuova legge era la pre-condizione per Atene per ottenere il prestito da 31,5 miliardi di euro dall'Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale, necessario per evitare il default. Solo cinque giorni fa, il Parlamento di Atene aveva adottato il nuovo pacchetto di austerità per i prossimi due anni, composto da tagli di spesa per 13,5 miliardi di euro e da una riforma del mercato del lavoro.
I nuovi tagli hanno scatenato le proteste portando decine di migliaia di cittadini nelle strade e più di 10mila manifestanti hanno protestato ieri davanti al Parlamento di Atene. Sul piede di guerra tutte le categorie, dai netturbini che sono scesi in sciopero, ai giudici che hanno esteso la loro azione di protesta al 21 novembre e gli avvocati che continueranno l'estensione fino a venerdì, mentre i farmacisti incroceranno le braccia per due giorni dal 26 novembre.
La troika (Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) ha chiesto alla Grecia di stringere la cinghia in cambio del prestito da 31,5 miliardi di euro. Il primo ministro conservatore Antonis Samaras e il suo partner di coalizione sono convinti di rimettere l'economia greca di nuovo in pista. "Appena quattro giorni fa abbiamo votato le riforme più drastiche mai viste. La Grecia ha fatto quello che le è stato chiesto di fare e ora è il momento per i creditori di mentene i loro impegni", ha detto Samaras in occasione del voto.
Per i partiti di sinistra si avrà l'effetto opposto e si approfondirà la recessione che è al suo sesto anno e ha lasciato un greco su quattro disoccupato. L'opposizione è infatti convinta che il nuovo pacchetto non permetterà ai greci di acquistare beni di prima necessità come cibo, carburante e medicine. Secondo un sondaggio pubblicato ieri dal giornale 'To Vima', oltre l'85 per cento dei greci si trova ad affrontare difficoltà finanziarie.
L'erogazione dei fondi internazionali dipende anche da una relazione positiva da parte dei creditori sui progressi fiscali del Paese. La troika vuole che Atene tagli il suo debito al 120 per cento del prodotto interno lordo entro il 2020.I dati pubblicati dall'Unione europea la scorsa settimana proiettano il debito greco al 190 per cento del Pil entro il 2014.