Alla fine di ogni giornata di lavoro i sei soci lavoratori della cooperativa Stiro Moda si fermano per qualche minuto, il tempo di un caffè, per fare il punto della situazione. La cooperativa è il risultato di una battaglia lunga quattro anni, iniziata il sabato santo del 2010 e conclusasi lunedì scorso, quando i sei soci più quattro operai hanno acceso le macchine per iniziare a lavorare. Quattro anni fa la Pasqua di 141 dipendenti dell’Itn, le confezioni di Nardelli di Martina Franca (Taranto), ebbero una lettera in cui veniva annunciato loro che l’azienda non aveva più bisogno della produzione e dello stiro.

La notizia ebbe molto risalto anche a livello nazionale, grazie alla mobilitazione dei lavoratori insieme alla Filctem Cgil di Taranto, all’epoca guidata da Giuseppe Massafra, che riuscirono a coinvolgere tutta la città. Martina Franca ha subìto nel corso degli ultimi anni una emorragia di posti di lavoro causata dalla scelta di molti imprenditori di spostare all’estero le produzioni. Itn non è stata l’ultima, ma qualcosa è andata in maniera diversa rispetto al solito.

Insieme alla Cgil, infatti, un gruppo di lavoratori ha avuto l’idea di mettere in piedi una cooperativa, di provare a non perdere gli anni di competenza acquisita, quel capitale di esperienza che nessuna delocalizzazione può disperdere. Lunghe sono state le riunioni, le assemblee, gli incontri: si trattava di fare un passaggio importante: da operaio a imprenditore. Non è facile, soprattutto di questi tempi, scegliere di mettersi in gioco, scegliere di investire mentre tutti intorno a te cadono come foglie d’autunno. Eppure con pazienza e laboriosità, ma anche con il contributo di Nardelli, che ha scelto, in un’ottica di responsabilità sociale d’impresa, di stare nel processo, la cooperativa è nata e da lunedì ha iniziato a lavorare.

“Dalla crisi - commenta il segretario della Filctem Taranto, Giordano Fumarola - si esce sperimentando e mettendosi in gioco, promuovendo i diritti, e chiedendo che ci si assuma delle responsabilità. Da questo semplice ragionamento scaturisce l’idea di mettere in piedi una cooperativa di ex dipendenti di quella che era il simbolo delle confezioni di Martina Franca. La scelta di delocalizzare la produzione aveva lasciato per strada, nel terribile sabato santo del 2010, ben 141 lavoratori”.

“Dopo i primi momenti di sconforto - aggiunge - e quindi lo scontro duro con l’azienda, per una scelta che avrebbe impoverito il territorio, in una delle decine di assemblee con i lavoratori è venuta fuori l’idea di provare a riprendersi il lavoro. Abbiamo più volte sottolineato come il problema dei licenziamenti sia, oltre al danno per le famiglie e per la città, anche legato alla perdita delle competenze, quel capitale di esperienze che ha permesso per decenni a Martina Franca e alle sue industrie di essere eccellenza. I lavoratori hanno dalla loro parte proprio questo: la competenza che nessuna delocalizzazione potrà sostituire”.

La cooperativa Stiro Moda è stata fondata da sei ex dipendenti di Itn Confezioni, ha avuto i locali e i macchinari in comodato dall’ex datore di lavoro, e per i primi tempi una commessa garantita proprio dall’Itn, “ma già ci hanno contattato altri possibili clienti” commenta Pasquale Schiavone, presidente della cooperativa, dopo una giornata di lavoro nella quale non solo tocca pensare a quello che si fa, ma anche avere la responsabilità di un’azienda. “Siamo stanchi, ma abbiamo fiducia”. Per creare la cooperativa i lavoratori hanno investito i soldi della mobilità, che hanno chiesto di ricevere in anticipo. Invece di aspettare che arrivasse non si sa bene da dove, l’opportunità è stata creata sfruttando una pazza idea nata proprio durante le assemblee nella Camera del Lavoro.

“Eravamo dieci, all’inizio, a crederci. Qualcuno è venuto meno, non è facile pensare di diventare imprenditore”, continua il presidente “ma noi ci crediamo. Abbiamo assunto quattro operai e forse qualcun altro, ma più in là col tempo”. Difficoltà tante. A parte quella esistenziale, appunto, ci si mette la burocrazia “negli ultimi tre mesi abbiamo lottato come pazzi”, continua Schiavone, perché sembra semplice aprire un’impresa, invece servono carte su carte.

La cooperativa è la prima esperienza del genere sul territorio, non solo di Martina Franca, ma dell’intera provincia, un segno positivo in un territorio, un lucina di speranza, che dimostra come ci sia voglia di mettersi in gioco, che non bastano gli ammortizzatori sociali, che il lavoro ha un altro sapore. “Vogliamo ringraziare Domenico Nardelli, che ci ha messo a disposizione i locali e i macchinari e soprattutto la Cgil, senza la quale tutto questo non sarebbe potuto accadere”. Oggi sono passati già due giorni di lavoro e domenica pomeriggio si inaugura ufficialmente.

“Da uno spaccato cittadino che vede più aziende che chiudono rispetto a quelle che aprono - conclude il segretario della Filcams Gioradano Fumarola - in una crisi che è ormai globale, l’esperienza degli ex lavoratori Itn è da evidenziare e da cui prendere spunto, perché la possibilità di ripartire da un sistema cooperativistico l’economia di Martina Franca è da tenere in considerazione”. Domenica prossima, l’inaugurazione, “sarà l’occasione per far conoscere alla città questa esperienza innovativa, affinché magari possa divenire spunto perché il lavoro torni a scorrere nelle strade della nostra zona industriale”.