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Crollano di quasi il 30% le attivazioni di contratti a tempo indeterminato nel secondo trimestre del 2016. Lo rileva il ministero del Lavoro che ha registrato 392.043 attivazioni (-163.099 sul 2015). I rapporti di lavoro a tempo indeterminato cessati sono stati 470.561, -10% rispetto allo stesso periodo del 2015. Il dato, a differenza di quello dell'Inps, tiene conto di tutto il lavoro dipendente compresi domestici, agricoli e pubblica amministrazione e anche dei contratti di collaborazione. I numeri risentono della riduzione dell'incentivo all'assunzione a tempo indeterminato.
Nello stesso periodo, sono state registrate 2,45 milioni di attivazioni di contratti nel complesso, a fronte di 2,19 milioni di cessazioni. La maggioranza delle cessazioni sono dovute al termine del contratto a tempo determinato (1,43 milioni). Tra le altre cessazioni sono aumentate quelle promosse dal datore di lavoro (+8,1%) mentre si sono ridotte quelle chieste dal lavoratore (-24,9%). In particolare, sono aumentati i licenziamenti (+7,4% sul secondo trimestre 2016), che sono stati 221.186, 15.264 in più rispetto al secondo trimestre 2015.