General Electrics vuole investire nel nostro paese: e allora il sito di Sesto San Giovanni non deve chiudere. E' questo il senso della lettera che Fim, Fiom e Uilm nazionali e di Milano hanno inviato al governo. Domenica 31 gennaio, nella sede della Regione Toscana, il presidente del Consiglio e il ministro dello Sviluppo economico incontreranno i vertici di General Electric, tra cui l’amministratore delegato Jeff Immelt.

"Il motivo del summit - si legge nella lettera - è la firma di due protocolli d’intesa che prevedono investimenti per centinaia di milioni in Italia. Bene. Contemporaneamente, però, il piano di ristrutturazione annunciato dalla multinazionale americana dopo l’acquisizione del settore energia di Alstom, prevede 6.500 esuberi in Europa e, per quanto riguarda l’Italia, il licenziamento di 249 lavoratori del sito ex Alstom Power di Sesto San Giovanni e la conseguente chiusura dello stabilimento. Eppure proprio dall’azienda sestese (erede della storica Ercole Marelli), sono usciti in questi anni centinaia di componenti dei generatori delle centrali elettriche di mezzo mondo".

"Nel sito esistono strutture e apparati innovativi - proseguono i sindacati -, tra cui la camera blindata per il bilanciamento dei rotori (ne esistono solo 3 in Italia), oltre che lavoratori con elevate competenze e professionalità che fanno dell’azienda un’eccellenza a livello mondiale. Ci rifiutiamo di pensare e di accettare che questo patrimonio possa essere disperso. A questo punto, visto che l’interlocuzione tra il governo e i vertici di GE esiste ed è ai massimi livelli, diventa sempre più urgente la convocazione del tavolo ministeriale che invochiamo da tempo. A sostegno di questa richiesta, nei giorni scorsi è stato inviato un appello al presidente del consiglio sottoscritto dai sindaci di Sesto San Giovanni, Milano di altri 40 comuni dell’area. Prendiamo nota con favore dell’interesse di GE ad accrescere la propria presenza nel nostro paese e crediamo che il tavolo nazionale possa e debba essere il contesto per discutere del presente e del futuro dei siti ubicati sul nostro territorio".

"Non riusciamo ad immaginare - dunque - che nel piano di investimenti annunciato da GE non si tenga conto della ex Alstom Power di Sesto San Giovanni e pensiamo che si possa e debba avviare un confronto che ha come obiettivo il mantenimento dell’attività dell’azienda e dell’occupazione, non in chiave di difesa dello status quo, ma in una prospettiva di sviluppo delle competenze e delle professionalità presenti, eventualmente anche attraverso la riconversione di parte della produzione. Auspichiamo che si apra al più presto il confronto, ma questa discussione deve avvenire a “bocce ferme”: per questo, in attesa della convocazione del tavolo ministeriale, chiediamo al presidente del consiglio di intervenire presso i vertici GE affinché venga sospeso il piano che prevede la chiusura del sito di Sesto e il licenziamento di 249 lavoratori", concludono le tute blu.