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Il non rinnovo dei contratti pubblici pesa dal 2010. Al punto che, dopo la sentenza della Consulta, che ne ha decretato l’illegittimità, c’è chi fa partire un’azione collettiva contro la pubblica amministrazione. Cgil Cisl Uil della funzione pubblica non credono in questa via, ma in quella di ‘costringere il governo’ al negoziato. Perciò ora riparte la mobilitazione proponendo un modello innovativo di relazioni sindacali per il pubblico impiego.
Ma perché i sindacati sono restii verso la class action? In una nota pubblicata sul suo portale regionale, la Fp Cgil Lombardia risponde così: "Perché serve un’azione volta ad affermare un diritto e non il solo risarcimento di un danno, per richiedere il quale i lavoratori – che sono titolari di contratto di lavoro, non meri consumatori – devono ricorrere al giudice del lavoro".
Ma secondo il sindacato dei lavoratori pubblici lombardi c'è anche un'altra ragione: "Se ‘la class action può essere attuata solo a tutela di interessi e diritti collettivi riferiti a utenti e consumatori’, a fare peraltro muro al rimborso ci sarebbe la stessa sentenza della Corte, che ‘pur dichiarando l’illegittimità sopravvenuta del blocco, esclude un effetto retroattivo, cioè un diritto al risarcimento del danno per gli anni interessati dal blocco’. Ma anche per la parte successiva non quantifica, legandola alle disponibilità di bilancio".