Il valore della memoria è molto importante nell’ambito del processo formativo di ognuno di noi. Ne è consapevole la Cgil, che forma tutto il suo apparato, fatto di delegati, quadri, dirigenti, partendo dalla conoscenza dalle proprie radici storiche, ormai ultracentenarie. E in tale ambito, un ruolo essenziale lo ricopre l’archivio storico della confederazione, la cui responsabile, Ilaria Romeo, è stata ospite della nuova puntata di ‘Quadrato rosso. La formazione va in rete’, la rubrica settimanale di RadioArticolo1, assieme a Giancarlo Pelucchi, responsabile della formazione della Cgil di corso Italia. “Da sempre – ha spiegato quest’ultimo –, la Cgil è un’organizzazione plurale, che mette insieme operai, impiegati, intellettuali, che si dedicano al sindacato, pur provenendo da contesti diversi. Ma perché un’organizzazione così complessa funzioni, c’è bisogno di una forte identità collettiva, anche al fine di avvicinare sempre più giovani e nuovi adepti, e in questo la memoria gioca un ruolo essenziale”. Dunque, memoria e identità sono due facce della stessa medaglia, così come memoria e archivi sono parte fondamentale del processo di formazione della Cgil. “Negli ultimi anni – ha affermato Romeo –, ci siamo modernizzati e aperti sempre più all’esterno: su internet, abbiamo in dotazione un blog, un nostro account su twitter, che si chiama ‘La Cgil nel Novecento’, oltre ad essere presenti su facebook”.

Grazie all’ausilio delle nuove tecnologie, l’archivio storico è consultabile on line per il periodo che va dal 1944, ovvero dalla ripresa dell’attività sindacale dopo la caduta del fascismo, fino ai giorni nostri. “All’archivio della confederazione – ha precisato Romeo –, si sommano tanti archivi paralleli, che comprendono i fondi personali dei segretari generali e dei loro vice, che si sono succeduti nel tempo, quelli dei sindacati di categoria e, da ultimo, abbiamo riordinato anche l’archivio della scuola di formazione di Ariccia. Il nostro sito è di facile lettura e consultazione: la navigazione ha una struttura ‘ad albero rovesciato’, che parte da un contesto generale fino ad arrivare alle singole unità archivistiche, dove ogni scheda contiene al suo interno tutte le indicazioni fondamentali. Stiamo digitalizzando, poi, tutte le nostre carte, per metterle a disposizione di un pubblico sempre più vasto in tutto il Paese, da Bolzano a Trapani. Ogni materiale è visionabile da casa, facendo un semplice clic sul computer”.          

“Ultimamente – ha aggiunto la responsabile dell’archivio Cgil –, stiamo cercando di raccontare lo Statuto dei lavoratori, usufruendo di tutti i materiali che abbiamo in dotazione, dal 1970 in poi. L’archivio è aperto a 360° ed è a disposizione di tutti, indistintamente. Se poi c’è uno storico, un vecchio dirigente o un giovane studioso che hanno bisogno di fare delle ricerche specifiche, noi abbiamo raccolto 25.000 foto digitalizzate su alcuni temi in particolare, che mettiamo al servizio del pubblico. L’importante è far conoscere il più possibile la storia del sindacato”. “Abbiamo scoperto – ha osservato Pelucchi – che c’è un interesse da parte di molti delegati sul territorio di poter accedere agli archivi. Questo, perché serve sapere cosa stai facendo, ma anche cosa è stato fatto prima di te, per valorizzare al meglio la tua attività, evitando però di commettere gli errori del passato. C’è un progetto di formazione a distanza, che utilizza le più moderne tecnologie, a cui l’archivio storico sta cercando di contribuire attraverso i propri materiali. Inoltre, in tema di legalità e di lotta contro le mafie, sta partendo il primo corso europeo di formazione sindacale a Bruxelles”.