“Nel reddito dei giovani non c'è spazio per contribuire a un Fondo pensione di cui avrebbero un bisogno vitale. Infatti solo il 18 per cento dei lavoratori con meno di 35 anni di età aderisce a un fondo pensione. Tra i 45 e i 64 anni di età, il tasso di adesione è del 35%. E pure loro sono colpiti dalla recessione in termini previdenziali. Sono diventati il 20% degli iscritti -1,1 sul totale di 5,5 milioni iscritti - i lavoratori che nel 2011 hanno deciso di sospendere i versamenti alla previdenza integrativa. Perdono il lavoro o la paga diminuisce, stop temporaneo ai versamenti. E questo si traduce inesorabilmente in un taglio alla futura pensione”. Lo scrive L’Unità che ricorda anche che “Per il rilancio del sistema integrativo, la Covip chiede di nuovo che il trattamento fiscale dei Fondi pensione sia equiparato a quello dei Fondi d'investimento, che da luglio 2011 sopportano un prelievo (20%) solo all'incasso da parte dell'investitore. Invece per Fondi pensione si paga un po' meno la prestazione finale (15%), ma c'è un carico fiscale dell'11% sui rendimenti del patrimonio investito ovvero soldi sottratti alla capitalizzazione, e quindi al risultato finale. Ma il ministro Fornero da questo orecchio non ci sente: ‘Non è con gli incentivi fiscali che cambia la situazione, occorre la crescita dell'economia e della fiducia dei cittadini’, occorre ‘l'educazione al risparmio previdenziale’”.