Nuova protesta oggi (venerdì 16 giugno) dei lavoratori delle 14 Fondazioni lirico-sinfoniche italiane. Orchestrali e personale amministrativo, dopo le manifestazioni nazionali di Firenze (27 marzo) e Verona (8 maggio) indette da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Fials Cisal, occuperanno oggi simbolicamente i locali delle Sovrintendenza per esprimere tutta la loro preoccupazione rispetto al possibile mantenimento, all'interno della nuova legge per lo spettacolo dal vivo (legge 160/(2016), di quanto disposto dall'art. 24.

“Il legislatore intende mantenere la possibilità che le Fondazioni liriche possano essere declassate a teatri di tradizione” scrivono in una nota i sindacati: “Questi ultimi hanno il compito di ‘promuovere, agevolare e coordinare le attività musicali, in particolare liriche, nel territorio delle rispettive province’. Un ruolo sicuramente importante per la diffusione della cultura musicale, ma non comparabile con la produzione di spettacoli lirici, di rilevante entità, propria delle Fondazioni liriche, che basano la propria offerta di qualità sul fatto che i lavoratori sono stabili, sia gli artisti del coro e dell'orchestra sia coloro preparano gli spettacoli”. 

Lavoratori che esprimono “un artigianato di altissimo livello, risultato di un sapere radicato e tipico del nostro paese” continuano Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Fials Cisal: “La stabilità dell'orchestra e del coro rendono unico uno spettacolo, proprio per la qualità che possono rappresentare artisti abituati a lavorare fianco a fianco”. La protesta si svolge nella mattinata: a Firenze l’occupazione del Maggio musicale fiorentino è dalle 11 alle 13 (con conferenza stampa), al Teatro Carlo Felice di Genova e al Teatro Comunale di Bologna è alle ore 10. Al Teatro dell'Opera di Roma l'occupazione è fissato per le 12.30: la conferenza stampa si svolgerà nella sede della Cisl (in via Crescimbeni 17a) e non presso il Teatro "a causa del diniego - spiegano i sindacati - da parte del sovrintendente di poter utilizzare uno spazio interno, ennesimo segno della scarsa considerazione delle relazioni sindacali da parte di una governance più attenta ad asservirsi al ministero dei Beni culturali".

Le Fondazioni liriche da tempo “sono interessate da una crisi debitoria, principalmente dovuta alla progressiva riduzione delle risorse pubbliche. La legislazione finora ha indicato la soluzione a questo problema nel taglio del costo del lavoro: “Ma questo rimedio – aggiungono i sindacati - ha comportato la perdita di posti e la riduzione degli stipendi dei lavoratori. Abbiamo perso così i corpi di ballo, esternalizzato servizi, aumentato la precarietà”.

Le Fondazioni liriche sono 14, quindi non coprono l'intero territorio italiano. “Basti ricordare – spiegano - che in una regione grande come la Calabria non c'è una Fondazione lirica, cosi come non ci sono in regioni non piccole come l'Abruzzo e la Basilicata”. La crisi di questi teatri è nota, ribadiscono, ma finora “si è pensato di risanare i bilanci agendo unicamente sul taglio del costo del lavoro, mettendo a repentaglio anche la qualità degli spettacoli”.

Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Fials Cisal commentano anche le “voci” sulla volontà di azzerare il debito delle Fondazioni liriche. "Se questo avverrà sarà un primo passo importante” concludono i sindacati: “Ma se non si decide di aumentare le risorse pubbliche, coordinare meglio gli stanziamenti nazionali con quelli locali e, contemporaneamente, non si attiva una forte ed efficace controllo del ministero sulle gestione, anche questa è un'operazione inutile”.