Il ministero dell'Istruzione nei suoi orientamenti per il Ptof (Piano triennale dell'offerta formativa) chiede alle scuole di tenere conto, nella composizione delle classi, dei "gruppi di livello". Per la Flc Cgil, si allude, evidentemente, a "gruppi di studenti omogenei per abilità e capacità possedute". Duro il giudizio di Domenico Pantaleo, segretario generale della sindacato della conoscenza della Cgil: "Esprimiamo la nostra netta contrarietà a una idea di scuola che preveda come pratica didattica diffusa quella di dividere i ragazzi in gruppi omogenei sulla base della 'preparazione cognitiva' e che rischia di cristallizzare le differenze individuali ".

"Condividiamo le critiche che provengo innanzitutto dal mondo della disabilità – continua il sindacalista –. In questo senso, il messaggio veicolato dalla nota ministeriale è regressivo perché ripropone l’idea di separatezza della legge 107/15 e non di integrazione e che trova concreta realizzazione: in un concorso specifico per i docenti di sostegno; in una delega che prevede una formazione ipermedicalizzata e separata degli aspiranti insegnanti specializzati; nel grande incremento, soprattutto nelle regioni più ricche, a partire dalla Lombardia, del numero di scuole speciali frequentate esclusivamente da studenti disabili".

Ma è allarme rosso anche per gli studenti stranieri la cui “disomogeneità di scolarizzazione rappresenterebbe un fattore di rischio di parziale o totale insuccesso formativo per tutti gli altri alunni (Cm 2/10 sempre richiamata nelle annuali circolari sulle iscrizioni), e per tutti gli studenti che presentano lacune negli apprendimenti".

"Nessuno pensi di portare indietro le lancette dell’orologio della storia: le classi differenziali, vere o camuffate, rappresentano un passato che non deve ritornare – conclude il dirigente sindacale –. Vogliamo una scuola plurale in cui cooperazione e integrazione continuino a essere l’orizzonte di riferimento. Essa rappresenta l’antidoto più efficace contro tutte le forme di discriminazione e disuguaglianza presenti nella società contemporanea. Chiediamo che il Miur cancelli il richiamo ai gruppi di livello, peraltro mai citati nel Regolamento sull’Autonomia (dpr 275/99), presente nella nota 2805/15".