"Il lavoro del personale degli uffici centrali e regionali del ministero dell'Istruzione, università e ricerca (gli uffici scolastici territoriali) è un elemento fondamentale del sistema scolastico: non può esserci nessuna 'buona scuola' se questo lavoro è svilito, svalorizzato, lasciato in uno stato di abbandono e indifferenza da parte di governo e ministero. Per questo, la Flc esprime solidarietà, in pieno accordo con la mobilitazione indetta dalla Fp Cgil, per le lavoratrici e i lavoratori del Miur delle sedi locali di Bologna, che chiedono investimenti occupazionali non più rimandabili, a partire dallo sblocco delle assunzioni, lo stanziamento di risorse per la formazione e l'incentivazione della produttività, il pieno rispetto dei diritti contrattuali, in primis quelli sul lavoro straordinario, oggi largamente richiesto dall'amministrazione, ma retribuito solo per il 25% del tempo lavorato". È quanto affermano Susi Bagni, della segreteria Flc Bologna, e Nunzia Catena, della segreteria Fp Cgil Bologna.

"Possiamo ben dire che su questi lavoratori, ridotti ormai al 50% dell'organico, rispetto solo a pochi anni fa, e che ha anche un'età media alta, ricade la corresponsabilità della riapertura delle scuole e di gran parte del loro funzionamento. Ed è proprio  con questo senso di responsabilità che lavorano ben oltre l'orario di lavoro previsto dal contratto (anche di sera e in giorni festivi), svolgendo  tutta l'attività necessaria, oltremodo complicata dalle nuove disposizioni previste dalla legge 107/2015 , denominata Buona scuola. Tagli e indifferenza non fanno una 'buona scuola', ma piuttosto 'una scuola alla buona', come dice efficacemente lo slogan dei lavoratori del Miur, che vogliamo riprendere e fare nostro", aggiungono le due dirigenti sindacali.

"Il diritto a un'istruzione di qualità e per tutti, oltre ad essere sancito costituzionalmente, è uno degli elementi strategici su cui far ripartire un'idea di futuro per l'Italia e l'Europa. Al centro dell'effettività di questo diritto c'è il lavoro: del personale della scuola, così come dei lavoratori degli uffici Miur. Perciò, è evidente che le ragioni e le rivendicazioni degli uni e degli altri non possano che riconoscersi, confermarsi e sostenersi a vicenda, in una visione che rimette al centro il valore e il ruolo di tutto il lavoro pubblico, tanto più in un momento segnato da un insostenibile e non più accettabile ritardo nel riaprire i tavoli per il rinnovo dei contratti nazionali", concludono le due sindacaliste.