Sono stati 272 i metalmeccanici licenziati in Lombardia nello scorso mese di maggio. Dall'inizio dell'anno gli esuberi sono 2.358, a fronte dei 2.901 nel 2015. Nell'analogo mese dell'anno precedente ci furono 322 licenziati fra le tute blu. dunque, si tratta di dati che delineano una lieve flessione. Comunque, non si ferma l'emorragia di licenziamenti. Solo nella media e grande impresa, nel corso degli ultimi due anni e mezzo, il settore metallurgico ha visto sparire migliaia tra operai e impiegati. Pezzi sostanziosi di un'economia un tempo florida. Il tutto va ad aggiungersi a un flusso di cassa integrazione guadagni che non si attenua, anzi aumenta. I distretti industriali più colpiti sono Bergamo (60), Milano (89), Lecco (28), Monza (41), Varese (19).


“Ancora una volta dobbiamo constatare un incremento dei licenziamenti nel comparto metalmeccanico – osserva Mirco Rota, segretario generale Fiom Lombardia –. La flessione, rispetto ai dati dei mesi scorsi, non deve trarre in inganno, perchè la crisi non è ancora superata. Semmai, il 'bollettino medico mensile' rileva che non si è ancora superata la fase critica, come dimostrano anche le rilevazioni sulla cig. Dispiace constatare che in questo periodo di campagna elettorale a tutto spiano le forze politiche non abbiano posto l'accento sui problemi che affliggono diversi settori produttivi, che vivono grandi difficoltà, come testimoniano le crisi di Ge Alstom Power, Belleli, Ibm, giusto per fare qualche nome. Senza interventi pubblici e privati e piani di investimento concreti, è difficile immaginare un'uscita dal tunnel della crisi”.