"“L’ultimo ccnl dei metalmeccanici ha introdotto un concetto fondamentale: il diritto soggettivo alla formazione professionale. Con il contratto collettivo nazionale di lavoro, firmato il 26 novembre 2016, le aziende devono coinvolgere tutti i dipendenti in percorsi di formazione continua di almeno 24 ore dentro l’orario di lavoro. Per il contratto dei metalmeccanici, è strategico l’investimento in formazione rivolto alle lavoratrici e ai lavoratori. L’innovazione tecnologica e organizzativa del processo produttivo e del lavoro richiede aggiornamento, perfezionamento e sviluppo di conoscenze e competenze". Lo dichiara in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom Cgil, al termine dell’evento congiunto per promuovere il diritto soggettivo alla formazione in applicazione del ccnl.
 
"Per l’attuazione di questo diritto soggettivo, nel ccnl sono individuati due percorsi tra loro complementari: l’informazione e il confronto con la Rsu con un esame congiunto tra le stesse e la direzione aziendale in caso di divergenze; un monitoraggio dell’attuazione della formazione, svolta assegnando questo ruolo a commissioni (quella nazionale e quelle territoriali) per la formazione e l’apprendistato. I dati finora raccolti ci dicono che moltissime sono le aziende che svolgono formazione, a cui sono destinati investimenti e risorse importanti. Sono, tuttavia, ancora troppe le aziende che non hanno programmato la formazione per tutti i lavoratori. La situazione è ancora più difficile nel Mezzogiorno, nelle piccole imprese, nei settori a bassa innovazione tecnologica, più esposti a una competitività fondata sui bassi salari", prosegue la sindacalista.
 
"Le commissioni territoriali sono già insediate e operanti come commissioni categoriali dei metalmeccanici in pochissime realtà come Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Napoli; in altre, si stanno costituendo in queste settimane, come a Savona e Imperia. In tutti i restanti territori sono insediate commissioni confederali. Per la Fiom, l’obiettivo è far crescere la cultura della formazione nella contrattazione; costruire le commissioni per la formazione in modo diffuso nei territori; realizzare la certificazione delle competenze come riconoscimento di un percorso professionale per ogni lavoratore”, conclude la dirigente sindacale.