“Egregio dottor Giuseppe Bono, adesso che è stato rieletto amministratore delegato di Fincantieri il guerriero lasci il posto al persuasore”. Inizia così la lettera che Bruno Papignani, responsabile della cantieristica per la Fiom Cgil nazionale, ha indirizzato all’Ad di Fincantieri per chiedere di prendersi “il reciproco impegno a chiudere il confronto entro il mese di giugno affinché i lavoratori possano esprimersi legittimando il risultato”.

“La Fiom, a partire dalla mia persona – scrive Papignani - è disponibile a mettersi nei panni di chi deve ascoltarci, lei deve fare lo sforzo inverso. Non chiedo ammissioni, ma lei stesso sa che per raddrizzare la situazione di Fincantieri, gonfia di ordini e di problemi, occorre che il controllo di processi così complessi si faccia collaborando con i lavoratori e con chi cerca di rappresentarli”.

La Fiom chiede di avere “la possibilità di discutere una proposta che tiene ampiamente conto dei bisogni dei lavoratori e delle istanze di Fincantieri”. Cosa finora non avvenuta, perché, scrive Papignani, “Fincantieri ha ostentato solo la presunzione, non supportata dai fatti, di essere in possesso delle migliori intenzioni per costringerci a fare un accordo cercando di dividerci, ripetendo vecchi schemi, ma che nella realtà hanno prodotto effetti che potrebbero col tempo diventare problematici”.

“Da giovedì prossimo – si legge ancora nella lettera di Papignani - mentre lei riunirà i suoi capi del personale, noi promuoveremo nuove assemblee con i lavoratori di Fincantieri. Abbiamo la presunzione di essere portatori di soluzioni utili e accettabili, che non abbiamo mai avuto l’opportunità di spiegare. Le chiedo di ricominciare da capo, l’esercizio costante di un confronto serio riduce i tempi di un accordo a pochi giorni o a qualche settimana”.

“Condivido le sue affermazioni di principio, un accordo è importantissimo, ne hanno bisogno i lavoratori, ne ha bisogno Fincantieri – conclude Papignani - Sarebbe per entrambi deludente lasciare in eredità un accordo vecchio, non condiviso dai lavoratori, con conseguenze poco utili. Viceversa mi piace pensare che entrambi, da domani, ci adopereremo per lasciare un ricordo innovativo”.