"È assurdo che professori competenti ed esperti continuino a non azzeccarne una per rilanciare il settore delle costruzioni. Con gli ultimi provvedimenti, le semplificazioni e la legge di stabilità, il Governo mette insieme una doppietta micidiale, che molto ricorda l'€™azione del precedente esecutivo: niente soldi e interventi che abbassano regole e vincoli in un settore devastato dall'illegalità. La chiamano semplificazione, ma in realtà è deregolamentazione, che fa male al territorio ed è un regalo alle mafie. E quella che chiamano legge di stabilità  per le costruzioni è l'ennesimo intervento depressivo, che renderà il settore ancor più debole e traballante: soltanto i tagli contenuti nell'€™articolo 3 produrranno nei prossimi tre anni in edilizia la scomparsa di 5mila posti di lavoro diretti e di almeno 50 aziende medio piccole". Così Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil.

"Non solo, – continua il dirigente sindacale –, ma il Governo, sempre più strabico, dà un'ulteriore stretta ai vincoli del patto di stabilità, impedendo, di fatto, agli enti locali di svolgere il loro ruolo di programmazione delle opere pubbliche utili alle comunità  locali. Tutti, sindacati, imprese, enti locali, avevamo indicato una strada diversa, anzi opposta, per dare immediatamente ossigeno al settore, attraverso un allentamento selettivo di quei vincoli, che avrebbe consentito alle amministrazioni locali virtuose di far partire le piccole opere già programmate e immediatamente cantierabili, con la priorità a quelle finalizzate alla messa in sicurezza del territorio, del patrimonio abitativo e delle scuole da rischio sismico ed idrogeologico".

Niente di buono – aggiunge Schiavella – neanche sul fronte delle grandi opere: quei 50 miliardi d'investimenti in infrastrutture continuano ad essere solo annunci, in perfetta continuità  con quelli del precedente governo. Invece, le cose concrete le troviamo nell’articolo 8. Qui vorremmo domandare al governo se gli impegni di spesa previsti sono in aggiunta a quelli già deliberati dalle precedenti riunioni del Cipe. E ancora, se queste risorse che il governo stanzia per i prossimi tre anni – 300 milioni per la manutenzione straordinaria della rete stradale di competenza Anas e 1 miliardo per il potenziamento e la manutenzione della rete ferroviaria –, corrispondono al totale delle risorse finanziarie definite negli accordi di programma 2013–2015, stipulati tra ministero delle Infrastrutture e dei trasporti con Anas e Rfi. Insomma, le risorse ci sembrano davvero poche, le opere di manutenzione e potenziamento della rete stradale e ferroviaria tante, molte in fase di realizzazione. Il nostro sospetto è che i tagli siano ben più vasti di quanto si voglia far credere.