"La nuova cassintegrazione per i lavoratori di Pomigliano è l'ennesima prova che la Fiat sta ingannando le istituzioni italiane e gli operai. Tutti ricordano quando Marchionne promise lavoro e investimenti ai dipendenti dello stabilimento di Pomigliano se questi avessero rinunciato ai diritti fondamentali previsti dai contratti nazionali. In realta', l'amministratore delegato della Fiat ha utilizzato tale ricatto per discriminare quanti non erano d'accordo, tant'e' vero che la scorsa settimana la Corte d'Appello di Roma ha emesso una sentenza esemplare condannando l'azienda ad assumere gli operai iscritti alla Fiom".

E' quanto afferma in una nota il responsabile Lavoro dell'Italia dei Valori, Maurizio Zipponi, che aggiunge: "Dal 2008 la meta' dei dipendenti del gruppo e' pagata dallo Stato: perche' il governo non interviene? Monti guardi quanto sta avvenendo nel resto d'Europa. In Francia, ad esempio, Hollande e' intervenuto per scongiurare la chiusura degli stabilimenti della Peugeot-Citroen. Gli azionisti Fiat, invece - prosegue Zipponi -, stanno facendo semplice speculazione finanziaria, abbandonando, di fatto, il settore automobilistico al proprio destino. Per questo, chiediamo, ancora una volta, all'esecutivo di richiamare Marchionne e i vertici aziendali alle proprie responsabilita' di fronte al Paese".