“La teoria della diminuzione dei diritti non può funzionare: è uno schema già percorso che porta diritti al fallimento”. A dirlo in un’intervista a Il Mattino è Fulvio Fammoni, segretario confederale Cgil. “Siamo davanti a un confronto che ha non poche anomalie. E per questo è difficile. Fino ad ora è stato usato il metodo dei grandi messaggi, degli annunci, ma non delle trattative. È un elemento che complica la situazione perché rischia di esasperare i punti di diversità anziché quelli di convergenza”. A proposito dei quali, comunque “tutti sono d'accordo che in fasi critiche come questa bisogna lasciare in piedi tutte le forme di ammortizzatori sociali. Creandone altri”.
E sull’articolo18, Fammoni afferma: “Per renderlo più efficace si può affrontare il tema della lunghezza delle cause dando così maggiori garanzie a lavoratori e imprese. Ma è tutto quello che serve e la realtà dimostra che lo strumento è utile, funziona e non c'è niente da abrogare o superare”.  Altre sono le realtà da superare. “Le nuove assunzioni sono per l'80% forme di lavoro precario – dice il segretario della Cgil –. Dunque se si vuole fare una trattativa seria che ci vede seduti al tavolo del governo e propositivi, bisogna mettere mano a questo capitolo. Si deve intervenire in modo pesante sulla precarietà”.