“Abbiamo riscontrato non solo un atteggiamento inaccettabile, ma anche l'inaffidabilità del management General Electric”. Così Rosario Rappa, segretario nazionale della Fiom Cgil, commenta la decisione della multinazionale di confermare i 236 esuberi della ex Alstom Power di Sesto San Giovanni (Milano), azienda attiva nella produzione di grandi apparecchiature elettromeccaniche, acquisita dal colosso franco-americano nel gennaio scorso. La conferma dei licenziamenti (che riguarderà anche altri stabilimenti in Europa, per complessivi 6.500 esuberi) è arrivata mercoledì 13 aprile a Roma, nel vertice che si è tenuto al ministero dello Sviluppo economico tra azienda, sindacati e istituzioni. Il prossimo appuntamento è convocato per giovedì 21, ma il percorso appare tutto in salita.

“Qualche settimana fa – riprende Rappa – era stato concordato un percorso di ricerca di soluzioni, con l'obiettivo di garantire il mantenimento del sito produttivo di Sesto San Giovanni. A fronte di questo impegno lavoratori e sindacati avevano attenuato le iniziative di lotta”. All’incontro di mercoledì 16 aprile, invece, i rappresentanti dell'azienda “si sono presentati annunciando l'avvio della procedura di mobilità, contravvenendo tra l'altro alle decisioni prese a livello europeo di non intraprendere iniziative prima della conclusione del processo di consultazione prevista, salvo ulteriori rinvii, per maggio inoltrato”.

La Fiom Cgil auspica che “non venga dato seguito agli annunci di avvio di azioni unilaterali da parte dell'azienda e che nella prossima riunione, dove è stato convocato un rappresentante diretto del board nazionale o europeo di General Electric, essa modifichi la sua posizione. Qualora ciò non dovesse avvenire, avvieremo tutte le iniziative di lotta necessarie che coinvolgeranno tutto il gruppo”. In conclusione, il segretario nazionale invita il governo a mettere in moto “tutte le iniziative necessarie affinché gli investimenti previsti, circa 700 milioni di euro, consentano una nuova missione industriale per mantenere l'occupazione a Sesto San Giovanni”.

La posizione della General Electric è stata stigmatizzata anche dal ministero dello Sviluppo economico e dalle altre istituzioni presenti (Regione Lombardia e Comune di Sesto San Giovanni), che hanno ritenuto “inaccettabile la proposta dell'azienda di aprire una procedura di licenziamento collettivo”. Governo ed enti locali hanno richiesto alla multinazionale “di recedere da questa iniziativa, per poter affrontare il tema prioritario dello sviluppo di attività industriali senza vincoli o decisioni che ne possano compromettere la credibilità e le prospettive”.