(Labitalia) - Anche se i dati del quarto trimestre 2012 dovrebbero confermare una contrazione dello 0,4% del Pil dell'Eurozona, all'orizzonte c'è una moderata ripresa che, dopo una fase di stagnazione nel primo trimestre dell'anno, dovrebbe portare nel secondo a una crescita dello +0,2%. E' la valutazione dei tre principali Istituti congiunturali europei (l'italiano Istat, il francese Insee e il tedesco Ifo) in un'analisi delle prospettive economiche dell'Eurozona.

La ripresa attesa per il secondo trimestre, si legge nel documento, sarebbe "trainata dall'accelerazione della domanda mondiale dovuta a un maggior dinamismo dei mercati emergenti e dal recente accordo sul 'fiscal cliff' negli Stati Uniti, che dovrebbe limitare possibili effetti negativi sulla ripresa dell'economia americana". Inoltre, l'allentamento delle tensioni sui mercati finanziari legate alla crisi del debito sovrano determinerà una progressiva stabilizzazione degli investimenti.

Quanto ai consumi privati, penalizzati dalla perdita di potere di acquisto delle famiglie dovuta alle sfavorevoli condizioni del mercato del lavoro, secondo i tre istituti, "dovrebbero registrare un'ulteriore contrazione nell'ultimo trimestre del 2012 (-0,2%)", seguita da una fase di stagnazione nel primo semestre del 2013, quando gli effetti negativi sul reddito disponibile si attenueranno grazie alla decelerazione dell'inflazione e a una marginale riduzione del grado di restrizione fiscale".

Sotto l'ipotesi che il prezzo del petrolio si stabilizzi a 110 dollari al barile e che il tasso di cambio dollaro/euro fluttui attorno a 1,29, ci si attende che l'inflazione diminuisca dal 2,3% del quarto trimestre 2012 all'1,7% nel secondo dell'anno in corso. Ma su questo scenario, avvertono i tre istituti, pesano i rischi legati principalmente alle crescenti difficoltà relative al mercato del lavoro che potrebbero causare tensioni sociali e a eventuali nuovi inasprimenti della crisi del debito sovrano.