In riferimento agli schemi dei decreti legge varati ieri – uno sul conto energia per il fotovoltaico e l’altro relativo a tutte le altre fonti rinnovabili per la produzione elettrica –, la Fiom ha chiesto di poter aprire un confronto con i ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente e con la Conferenza delle Regioni per valutarne le concrete ricadute sui settori industriali coinvolti e i conseguenti effetti sull’occupazione.

“Già oggi, dopo il grande sviluppo della filiera del fotovoltaico – scrivono in un comunicato Vittorio Bardi e Fabrizio Potetti, della Fiom-Cgil nazionale –, siamo in una fase di forte incertezza e di stagnazione, quando non di crisi, di un settore che occupa complessivamente quasi 100 mila addetti. I problemi più significativi li stiamo verificando nei distretti del Veneto dove, su circa 10 mila addetti, più di 1.200 sono in cassa integrazione. In generale, comunque, su tutto il territorio nazionale le difficoltà sono molto diffuse, con alcune aziende multinazionali che minacciano di lasciare o lasciano il nostro paese.”

“Alcuni dei contenuti degli schemi di decreto che apprendiamo da fonti di stampa – prosegue il comunicato – non ci tranquillizzano. Il complesso sistema dell’iscrizione a registri di prenotazione e di aste competitive per la realizzazione degli impianti, anche di taglia medio-piccola, non semplifica le procedure; il contingentamento della potenza annua da installare non svilupperà il settore, rendendo impossibile raggiungere gli obiettivi europei.
Continuerà quindi l’incertezza nella programmazione degli investimenti per le aziende produttrici di apparecchiature per le energie rinnovabili e per i cittadini utenti. Tutto ciò potrebbe interrompere definitivamente lo sviluppo della filiera industriale del fotovoltaico che, faticosamente, si stava avviando nel nostro paese, aggravando i problemi occupazionali del settore.”

“In attesa di aprire un confronto di merito – conclude la nota – la Fiom parteciperà alle iniziative di approfondimento e di mobilitazione che si stanno sviluppando nei territori e a livello nazionale, a partire dalla manifestazione indetta a Roma per mercoledì 18 aprile davanti a Montecitorio. Se i provvedimenti non conterranno linee coerenti per uno sviluppo equilibrato dei settori delle rinnovabili e del modello energetico del nostro paese, ci riserviamo di passare a una mobilitazione dell’intero comparto, così come avvenuto lo scorso anno all’epoca del decreto voluto dal ministro Romani”.