Arriva l'accordo per i lavoratori di Embraco, i licenziamenti sono congelati per tutto il 2018. È quanto emerge al termine dell'incontro di oggi (2 marzo) al ministero dello Sviluppo economico. L'annuncio è del ministro Carlo Calenda: si attiva anche il processo che porterà alla reindustrializzazione dell'area. L'accordo raggiunto tra governo, sindacati e azienda è un "primo risultato importante ottenuto grazie alla lotta e alla determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori. Il fatto che il 23 marzo non ci siano licenziamenti, ma che per tutto il 2018 i lavoratori abbiamo garantita la retribuzione è un fatto importante". Così il primo commento del segretario confederale della Cgil, Maurizio Landini, rilasciato alle agenzie di stampa.

"Allo stesso tempo - spiega - si avvia concretamente la fase di reindustrializzazione dell'area ed è importante questa novità. Si prevede un ruolo del fondo istituito presso Invitalia, con il compito di garantire la reindustrializzazione anche, se necessario, con intervento diretto". Una soluzione che si è raggiunta "grazie alle lotte che i lavoratori hanno fatto", aggiunge.

Stessa soddisfazione viene espressa dalla Fiom. "La visibilità e le lotte che ci sono state hanno consentito che non ci siano licenziamenti il 26 marzo e questo sicuramente è un dato positivo, perché apre un ulteriore spazio di trattativa". Così la segretaria generale, Francesca Re David, che aggiunge: "Noi non firmiamo licenziamenti. Il fatto che siano stati congelati è positivo, ora bisogna proseguire nella lotta per trovare soluzioni per tutti". Per Re David, rispetto alle ipotesi iniziali la prospettiva è migliorata: "Gli operai, che avevano rifiutato la prospettiva di avere una retribuzione part time, avranno lo stipendio pieno fino alla fine del 2018. Questo non significa che saremo disponibili ad approvare dopo questa scadenza i licenziamenti. Confidiamo che si possa trovare una soluzione e in questa direzione trovo positivo l'intervento del fondo pubblico per la delocalizzazione. Qualora il processo di reindustrializzazione non andasse a buon fine nel 2018, Invitalia se ne prenderà carico direttamente attraverso tale fondo per non disperdere il patrimonio industriale e di posti di lavoro per il nostro Paese". 

LA GIORNATA

Centinaia di delegati di fabbriche metalmeccaniche torinesi hanno partecipato, con i lavoratori dell’Embraco, a un’assemblea al Sermig di Torino. Erano presenti i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Marco Bentivogli, Francesca Re David e Rocco Palombella. L’obiettivo dell’assemblea era preparare lo sciopero generale dei metalmeccanici di Torino indetto per il 13 marzo. Intanto a Roma, al ministero dello Sviluppo economico, l'incontro con Carlo Calenda.

"Nessun part time e nessun impatto su naspi sono accettabili. Questo è chiaro". Così su Twitter il ministro dello Sviluppo Economico ha risposto a un lavoratore dell'Embraco che, dopo le anticipazioni apparse su alcuni quotidiani sulla soluzione che si starebbe profilando per Embraco, ha espresso timori e ha chiesto: "in caso di un reindustrializzatore rischiamo di essere assunti con un part-time? e in caso di naspi? Vado a perderci?"

"Abbiamo conferma sul congelamento delle lettere di licenziamento per il 2018 in attesa della reindustrializzazione", aveva affermato Lino La Mendola, della Fiom di Torino, entrato al Mise per l'incontro. "La copertura salariale dovrebbe essere piena per quest'anno, ci aspettiamo che ci sia una soluzione anche dal 1 gennaio 2019. Ci deve essere una soluzione in modo che nessun lavoratore venga cacciato contro la sua volontà".

Ultimo aggiornamento 14.20