Entrare nel merito dei progetti industriali e conoscere i potenziali investitori, per capire chi sono, che cosa vogliono fare, con quali risorse economiche e quanti addetti coinvolti, ferma restando la tutela dei diritti acquisiti dai lavoratori. È questo lo spirito con cui oggi, lunedì 9 aprile, i rappresentanti della Fiom Cgil si sederanno al tavolo della vertenza Embraco, che vede in gioco il futuro di 497 lavoratori dello stabilimento di Riva di Chieri. "Abbiamo finalmente concluso la prima parte, con la proroga della procedura di licenziamento collettivo e si avvia ora il percorso di reindustrializzazione e ricollocazione di tutti i lavoratori - osservano Lino La Mendola, della segreteria Fiom di Torino, e Ugo Bolognesi, responsabile Embraco per la Fiom "Ora - aggiungono - ci aspettiamo il rispetto degli impegni assunti nel verbale del 2 marzo da tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle istituzioni nazionali e locali e Whirlpool Embraco”.

Alle ore 11, il ministro dello Sviluppo economico riceverà i rappresentanti dell'azienda e dei sindacati, nonché di Invitalia e Regione Piemonte. Secondo notizie non ufficiali - riportate dall'agenzia Agi - la società Randstad solution ha individuato per conto di Embraco almeno due società interessate alla reindustrializzazione del sito, con la collaborazione di Invitalia: una italo-israeliana che produce macchinari per la pulizia di pannelli fotovoltaici e una italiana, precisamente torinese, la Astelav, che si occupa di rigenerazione di elettrodomestici. Ma potrebbe configurarsi anche una holding con due divisioni, in cui entrerebbero capitali cinesi e Invitalia per una quota del 5%.

Nell'incontro i sindacati cercheranno anche di capire quanti lavoratori hanno manifestato interesse per gli incentivi all'esodo: 60.000 euro  per chi lascia entro aprile, 50.000 euro per coloro che lo faranno entro maggio, 35.000 per giugno-agosto e 30.000 euro da settembre in poi. "È presto per sapere quanti lavoratori aderiranno - sottolinea Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom di Torino - ma noi immaginiamo qualche decina". Ma il vero nodo, per il segretario Fiom è capire il ruolo che svolgerà Invitalia, soprattutto se le ipotesi di reindustrializzazione di cui si parla non dovessero andare in porto nei tempi necessari. "Una newco, altri soggetti, assunzioni transitorie? è una faccenda complicata", conclude Bellono.