Segretati, presi a schiaffi o ingozzati di cibo, umiliati e insultati. Sarebbe stato una sorta di lager – secondo le accuse – il Centro di Riabilitazione neuropsichiatrico di Grottaferrata (Roma) convenzionato con la Regione Lazio, dove ieri (9 febbraio) i carabinieri di Roma e Frascati hanno eseguito 10 arresti, uno in carcere e 9 ai domiciliari, nei confronti di dipendenti. Vittime, 16 pazienti, di età compresa tra gli 8 e 20 anni, di cui 5 bambini, tutti affetti da patologie neuro-psichiatriche e motorie.

“Non si può che provare orrore e rimanere attoniti di fronte a quello che avveniva nel Centro di Riabilitazione Eugenio Litta di Grottaferrata: un vero e proprio teatro dell'orrore fatto di violenze, sevizie e maltrattamenti ai danni di pazienti disabili, affetti da patologie neuropsichiatriche e motorie”. Così la Fp Cgil di Roma e Lazio commenta l'accaduto.

“Colpire i più deboli, i più fragili, i più indifesi, coloro che avrebbero più bisogno delle nostre cure – prosegue la nota – è atto vile che non può che ripugnare alle coscienze di ciascuno di noi e all'intero consesso civile. Crediamo non sia più rimandabile prevedere, anche dal punto di vista normativo, che questi comportamenti vengano sanzionati con maggiore severità, proprio perché particolarmente ripugnanti ed esecrabili”.

Come organizzazione sindacale, “nell'esprimere la nostra più totale vicinanza ai pazienti e alle loro famiglie, non possiamo che ribadire che eventuali nostri iscritti, saranno immediatamente oggetto di tutte le sanzioni previste nel nostro Statuto, così come peraltro già accaduto ad inizio indagine, quando vi fu un arresto disposto dalle competenti autorità”.

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ha auspicato l'approvazione del disegno di legge che aumenta di un terzo la pena per il reato di maltrattamento nei confronti delle persone più fragili. Sulla stessa linea il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, pronto con la Regione a costituirsi parte civile.

Preoccupazione e rabbia, ma c'è anche chi "se lo immaginava". Sono gli stati d'animo delle famiglie delle vittime. A incontrarle ieri pomeriggio è stato il direttore della struttura, Michele Bellomo. “Noi abbiamo in carico circa 400 persone – sottolinea Bellomo –, questa è una struttura d'eccellenza. Per fortuna ci siamo accorti di cosa stava succedendo, e ringrazio la magistratura per la delicatezza con cui ha condotto l'indagine”.