"Abbiamo lavorato, in questi mesi, perché crescesse la consapevolezza della gravità e della profondità della crisi. Le iniziative su questo fronte, e non l’accordo separato sulle regole contrattuali, avrebbe dovuto caratterizzare l’azione del sindacato confederale.
La straordinaria partecipazione alla manifestazione del 4 aprile al Circo Massimo dimostra quanto sia radicata questa consapevolezza tra i lavoratori, i giovani e i pensionati del nostro Paese.

La crisi avrebbe dovuto essere l’occasione di uno sforzo solidale e convinto per tamponare l’emergenza e, insieme, gettare le basi per i cambiamenti strutturali senza dei quali è impossibile puntare a colmare il divario di sviluppo che ha caratterizzato il nostro Paese rispetto all’Europa. Il Governo, prima di ogni altro, ha scelto invece la via della divisione delle forze sociali, della negazione della profondità della crisi per sottrarsi ad un confronto sui necessari interventi strutturali ed insieme sfuggire l’obbligo di investire risorse straordinarie per contrastare la recessione.

Assistiamo invece ad un uso strumentale della crisi che, nella negazione sistematica di un confronto trasparente e democratico, nelle iniziative volte a limitare il diritto di sciopero, nella crescente autoreferenzialità del confronto sociale, nel controllo sempre più sistematico dell’informazione, fa intravedere un restringimento degli spazi e dei luoghi della democrazia che deve trovare un adeguato contrasto. La Cgil non si rassegna a questo scenario ed intende continuare ed estendere la propria iniziativa e la propria capacità di elaborazione per riaffermare i cardini di una decisa politica di innovazione del Paese. Il mondo del lavoro e la sua riunificazione resta il nostro punto di riferimento, il luogo da dove ripartire per sviluppare questa politica.

E’ evidente che il cambiamento comporta coerenti interventi di politica industriale ed una efficace strumentazione di ammortizzatori sociali e di tutele per chi perde il lavoro. Sono insufficienti o mancanti le risposte all’esigenza posta di allungamento a 104 settimane del periodo di godimento della CIGO, sulla revisione dei massimali, sui contratti di solidarietà così come sulle indennità di disoccupazione, mentre resta lontana la effettiva protezione dei precari. Siamo convinti dell’utilità di un impegno tra le parti teso ad evitare i licenziamenti come ulteriore azione straordinaria contro la crisi. Giudichiamo invece intollerabile la misura sul lavoro accessorio per le “casalinghe” e per le attività svolte il sabato e la domenica (voucher).

Il CD dà mandato alla segreteria di definire specifiche azioni di mobilitazione anche nazionali, ricercando il massimo di unità possibile, a partire dai punti più acuti di crisi per riportare al centro dell’attenzione il lavoro, la tutela delle persone e il futuro produttivo del Paese. La Cgil parteciperà con convinzione alle manifestazioni contro la crisi che la Ces ha proclamato e che si svolgeranno in quattro capitali europee nel mese di maggio".

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