"Se oggi il ddl dovesse passare, lo sciopero tornerebbe immediatamente in campo". A dirlo è il presidente della (Federazione nazionale della stampa), Franco Siddi, in un'intervista al Corriere della Sera, in merito al ddl di modifica della norma sulla diffamazione all'esame del Senato. Lo sciopero, al momento, è stato sospeso. 

"Per salvarne uno ne colpiscono cento - afferma Siddi - ma in realtà non salveranno neanche quell'uno, cioè Sallusti, perché le norme 'ad personam' portano jella". Il Parlamento eviti "una figuraccia terribile" facendo passare "una legge mostruosa, squilibrata e incostituzionale che distingue tra giornalisti e direttori. Ed è già all'attenzione dell'Europa, perché prevede la pena sproporzionata del carcere per i giornalisti". La Fnsi propone una soluzione: "L'obbligo di rettifica entro sette giorni, documentata e riparatrice, come primo elemento di responsabilizzazione di qualsiasi giornalista e principale condizione per il ristoro del diffamato". L'obbligo c'è già ora, ma a volte viene ignorato. "Questo strumento va reso più incisivo - spiega Siddi - con l'istituzione di un giurì: un organismo esterno all'Ordine dei giornalisti, con personaggi autorevoli che possano garantire un controllo immediato della documentazione e dell'applicazione della norma".

Intervista al Corriere anche per Giulio Anselmi, presidente della Fieg (Federazione italiana editori di giornali), lancia un appello al Senato sull ddl di modifica della norma sulla diffamazione: "Noi cerchiamo di fare buona informazione -dice- voi cercate di dare prova di buonsenso". Una "legge insensata e dal sapore di vendetta. Va fermata subito". In quali parti del ddl legge l'intento punitivo? "La mannaia di sanzioni economiche pesanti. O la rettifica a ogni costo. Ci deve essere -sottolinea Anselmi- ma fondata sui fatti e non sulla pretesa di far pubblicare la prima cosa che passa per la testa di chi, magari a sproposito, si senta diffamato. Mi auguro si faccia una pausa di riflessione". A chi gli fa notare che l'intento dichiarato di 'salvare il soldato Sallusti' impone di far presto, il presidente della Fieg replica: "Se c'è un'emergenza si abolisca il carcere. Ma per tutti".