'La crisi pesa in maniera drammatica su tutto il mondo del lavoro e delle imprese. L'editoria e il lavoro giornalistico sono in una condizione di allarme acuto e stanno pagando un prezzo altissimo, direttamente e per i riflessi di un Paese fermo e ancora senza un Governo. L'augurio al Presidente incaricato e esploratore, l'onorevole Bersani - che ha inaugurato una fase di ascolto delle parti sociali - e' che il nuovo Parlamento e finalmente un Governo pongano attenzione profonda anche a temi sin qui considerati 'secondari'. E' quanto ha dichiarato, in una nota, il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi.

'Certamente non possiamo non esprimere grande
apprezzamento per l'idea di regolare i conflitti d'interesse e avviare una riforma di garanzie per il servizio pubblico radiotelevisivo - si legge nel comunicato -. Le questioni dei media, tuttavia, sono piu' ampie, complesse e dense di nuove emergenze, fino a veri e propri casi di nuove poverta' per il lavoro giornalistico. Quello dei media e' un settore industriale in cui non ci sono solo le parole, le immagini, ma e' un mondo vitale per la tenuta democratica e la ripresa del Paese. Vi convivono organizzazione d'impresa, ricerca, innovazione, cultura, intelligenze, qualificazione professionale e precariato diffuso, un'opera che - tutt'uno con il valore democratico dell'informazione - e' un vero e proprio bene pubblico. E come tale non puo' essere ne' disconosciuto ne' considerato un problema a se, e neanche da affidare a operazioni di cauta diplomazia politica'.

'Parliamo inoltre di un settore che ha una base occupazionale
di giornalisti, formatori, poligrafici, tecnici, amministrativi, trasportatori, distributori che da' lavoro a decine di migliaia di persone - conclude Siddi -: un settore in stato di crisi che ha la necessita' di protezione sociale e di decisive azioni per lo sviluppo. E' un interesse nazionale. Giornalisti e editori affrontano una fase drammatica, non debbono sfuggire alle loro responsabilita' sociali ma c'e' bisogno di un quadro di vero riformismo nel Governo e nel Parlamento. Il tempo della demagogia e degli ammiccamenti e' finito per tutti'.