Sì al confronto, anche subito, su un nuovo modello contrattuale. Ma con Cisl e Uil, e senza fretta. Così la Cgil risponde alla proposta lanciata dalla Cisl riguardo l’articolazione del contratto nazionale e del secondo livello aziendale o territoriale. “Siamo pronti a ragionare su un nuovo modello, radicalmente diverso, che non rappresenti semplicemente la manutenzione del vecchio. Sì al confronto, anche subito, ma con Cisl e Uil” spiega all’agenzia Ansa il segretario confederale Fabrizio Solari, commentando il progetto della confederazione guidata da Annamaria Furlan. Per l’esponente Cgil comunque “non c’è fretta”, considerando anche che nel sindacato di Corso d’Italia la discussione sul tema sia “ancora in corso”.

La proposta della Cisl vede il mantenimento del contratto nazionale, che deve fissare i minimi salariali e assicurare la copertura dal potere d’acquisto. Il livello nazionale sarà comunque alleggerito a tutto vantaggio della contrattazione di secondo livello, che è dove si addensano le maggiori novità. I contratti aziendali o territoriali dovrebbero anzitutto avere nuove competenze, come quelle sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, e contenere misure come la detassazione del salario di produttività. La Cisl propone anche un “salario di garanzia”, da applicare in tutte quelle aziende che non fanno contrattazione secondaria (circa il 35 per cento del totale), l’introduzione di una quota obbligatoria a carico dei datori di lavoro per alimentare la previdenza integrativa e l’istituzione di un delegato per la formazione.

Tornando alla Cgil, per Solari l’obiettivo deve essere quello di stringere “un nuovo patto per lo sviluppo, che tenga conto dell’innovazione, della crescita, delle politiche per l’occupazione. Insomma, noi vogliamo competere con la Germania e non con la Cina”. Sì, dunque, all’apertura di un tavolo di discussione, ma ricordando “che ci sono i contratti da rinnovare delle singole categorie, e non si può correre il rischio, che è invece presente, di fermarsi per ragionare sul nuovo modello”. E senza dimenticare, infine, che “tanti aspetti sono comunque regolati dall’accordo del 2014, dal testo unico firmato da tutte le parti”.