Il rinnovo dei contratti pubblici "per noi resta una priorità. Abbiamo detto fin dal primo momento che noi siamo pronti, ma non solo: il governo è in ritardo nel convocare, nel mandare l'atto di indirizzo all'Aran affinché convochi le organizzazioni sindacali per fare un accordo sulla riduzione dei comparti". Così il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, ai microfoni di Italia Parla su RadioArticolo1 (ascolta il podcast integrale).

"Abbiamo posto alcune questioni in queste ore al governo - prosegue -: da quello che ci risulta non è un vero e proprio atto di indirizzo che il governo ha mandato all'Aran, ma è una lettera nella quale il ministro invita lo stesso Aran a convocare i sindacati e a fare in modo che l'accordo rispetti le previsioni di legge, cioè la riduzione degli attuali 11 comparti a 4 e che si trovino soluzioni innovative che garantiscano un accordo in tempi brevi". E questo, specifica, "è esattamente il nostro obiettivo". L'accordo sui comparti va fatto "salvaguardando le specificità di settore - secondo Sorrentino -,  per avviare i tavoli di rinnovo contrattuale nei settori pubblici".

C'è però "un punto che pende sulla trattativa", ovvero il confronto sulla legge di stabilità. Per il segretario "da quante risorse ci saranno a disposizione comprenderemo se questo è un vero e proprio rinnovo dei contratti, che ci darà anche la possibilità di introdurre innovazioni non soltanto dal punto di vista della capacità professionale, della ridefinizione delle carriere delle lavoratrici e dei lavoratori ma anche - come abbiamo sempre detto - sul contratto e gli strumenti di contrattazione sull'organizzazione del lavoro: elementi fondamentali per qualificare e innovare la pubblica amministrazione".

Sempre sui contratti, Sorrentino ricorda che "c'è un diritto che va esercitato e garantito: una sentenza della Corte Costituzionale che dice che non soltanto era illegittimo il blocco prolungato per 6 anni, ma è illegittima anche la reiterazione di questo blocco. La Consulta dà indicazioni al governo di ripristinare la contrattazione. Ci sono poi sentenze, come l'ultima rispetto a un ricorso fatto dalla Flc sui settore educativi e della conoscenza, che va sbloccata la parte normativa dei contratti anche insieme a quella economica. Da parte loro, i sindacati chiedono un rinnovo che garantisca ai dipendenti pubblici una condizione di tutela del potere di acquisto dei loro salari. Sentiamo parlare di cifre talmente tanto basse e irrisorie che quello ci preoccupa molto, sulla qualità oltre che sulla quantità di questo rinnovo contrattuale". Bisogna individuare "risorse consistenti - dunque -, da un lato per adeguare le retribuzioni dei pubblici dipendenti, dall'altro sostenere un vasto processo di riqualificazione e di formazione dei lavoratori per garantire efficacia nella pubblica amministrazione". 

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