Un'accelerazione per la definizione dei Piani attuativi del Masterplan, favorendo la ripresa di investimenti eoccupazione, ma anche la condivsione della governance con il contributo decisivo di impresa e lavoro, oltre che la definizione di un disegno complessivo di rilancio per le regioni meridionali, individuando priorità e risorse di fonte ordinaria ed aggiuntiva. Il tutto per far diventare il Masterplan, anche a livello locale, uno strumento per l’individuazione delle priorità. E' questa, in sintesi, la strada tracciata oggi (23 febbraio) a Roma da Confindustria, Cgil, Cisl, Uil per rilanciare l'economia del Sud. 

All'incontro, che si è svolto nella sede romana di Confindustria, ha partecipato Alessandro Laterza, vice presidente di Viale dell'Astronomia per il Mezzogiorno e le politiche regionali, insieme a Gianna Fracassi, Giuseppe Farina e Guglielmo Loy, segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil. Per le istituzioni erano anche presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Claudio De Vincenti, il vice presidente Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, e gli assessori alle attività produttive della Regione Sicilia, Mariella Lo Bello, e della Campania, Amedeo Lepore, in rappresentanza della Conferenza delle regioni.

Secondo il documento congiunto presentato nel corso dei lavori (“Impresa e lavoro: le proposte di Confindustria e Cgil Cisl Uil sul Masterplan per il Sud”), nel Mezzogiorno sono evidenti i segni della crisi degli ultimi anni, ma altrettanto evidenti sono i segnali di vitalità che rendono quanto mai urgente la definizione di interventi tempestivi e dall’elevata efficacia.

Il testo, in effetti, presenta quattro punti centrali di un unico disegno di sviluppo. Si va dal “sostegno agli investimenti e alle assunzioni nel settore privato, coerente con l’effettiva specializzazione intelligente dei territori”, all’infrastrutturazione materiale e immateriale “funzionale a tali specializzazioni, soprattutto in ambito urbano”. Senza dimenticare il “rafforzamento della capacità amministrativa” e la definizione di “sedi di governo stabili della politica che dovrebbe emergere con chiarezza dalla fase di definizione dei singoli accordi”. 

Il disegno tracciato dai sindacati e dall'associazione datoriale, però, deve poter disporre di risorse certe, a partire da quelle del Fondo sviluppo e coesione (ancora in gran parte da programmare) e dei fondi strutturali. E dovrebbe, in sostanza, essere ben più del solo elenco di progetti più o meno definiti, oltre che “tratteggiare i contorni di un’idea condivisa e moderna di Mezzogiorno, capace di generare nuove opportunità di investimento e di occupazione, in coerenza con la strategia definita con l’Accordo di partenariato 2014-20”.

Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno infatti sottolineato con preoccupazione l’incertezza relativa ai tempi e alle modalità di definizione degli accordi, esortando il governo e le amministrazioni regionali e locali ad accelerarne l’adozione.

Per rendere concreto il progetto di rilancio del Sud, appare inoltre necessario definire un quadro chiaro di priorità, dialogando con le realtà locali, anche per sfruttare l’opportunità della flessibilità europea per gli investimenti, non solo sul piano finanziario (ben 7 degli 11,3 miliardi di euro di investimenti interessati dallo “sforamento” dovrebbero riguardare il Mezzogiorno), ma soprattutto sul piano dei risultati effettivi. La fattibilità degli interventi da selezionare assume quindi importanza decisiva: “è necessario intervenire bene e subito, nell’interesse del Mezzogiorno e a beneficio dell’intero Paese”.

Per questo motivo, Confindustria e sindacati hanno proposto al governo e alle amministrazioni regionali e locali, la definizione di una road map per portare sul territorio il confronto sulle priorità, attraverso un'agenda di incontri. Per condividere sedi, tempi e modalità di confronto, che porti a definire in tempi brevi i piani attuativi del Masterplan con ciascuna regione e città interessata.

Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, dal canto loro, s'impegnano a portare la discussione sulle scelte e le priorità all’interno dei propri organismi decisionali, così da rendere “il processo di progettazione dello sviluppo quanto più possibile vivo e partecipato”.

I tempi per agganciare la ripartenza dell’economia, però, sono stretti. Così come, stretta è la strada per promuovere una riattivazione selettiva degli investimenti. “Cosa si sceglie e quando si realizza - si legge nel Mastrplan - sono due variabili decisive per determinare il fallimento o la piena riuscita della strategia”.