"Un'associazione di rappresentanza come CNA, che conta in Emilia Romagna più di 2.000 dipendenti tra quadri ed impiegati, è in forte difficoltà a causa della crisi economica e non solo. Invece di aprire un confronto serrato con la rappresentanza sindacale sulle ragioni della crisi, denunciata dallo stesso gruppo dirigente, adotta comportamenti e assume decisioni che sono nettamente in contrasto con gli accordi che la stessa associazione sottoscrive: non ultimo il Patto per il lavoro nel quale si condivide come strumento utile il sistema di relazioni in atto in questa regione dal Patto per attraversare la crisi (2009) in poi". Lo dichiara Antonio Mattioli, responsabile politiche contrattuali della Cgil Emilia Romagna.

"Le ragioni addotte dalla presidenza del CNA Emilia Romagna - spiega il sindacalista -, senza avere mai dichiarato la disponibilità a confrontarsi seriamente con le organizzazioni sindacali, sono quelle della insostenibilità dei bilanci, della diminuzione delle entrate, dell'elevato costo del lavoro dipendente: ed ecco la decisione unilaterale e “lungimirante” del gruppo dirigente: si cambia contratto per i dipendenti, si riducono i salari e si riducono i diritti, creando un precedente pericoloso che può innescare un inaccettabile gioco al ribasso, privo nei fatti di qualsiasi contenuto sul quale costruire un percorso di contrasto ed uscita dalla attuale situazione di crisi".

Per il gruppo dirigente CNA Emilia Romagna, a suo avviso, "le relazioni non contano, i contratti vanno bene solo quando servono a pagare meno i dipendenti, la qualità del servizio offerto alle imprese dai propri dipendenti assume marginalità nel futuro di CNA Emilia Romagna. La “grande” strategia adottata è quella di scegliere sul menù offerto dalla pletora di contratti nazionali vigenti nel nostro paese (più di 400) quello o quelli che costano meno, indipendentemente dalle mansioni svolte e dalla natura dell'impresa. Inoltre, cosa del tutto evidente per gli addetti ai lavori, queste scelte unilaterali non hanno la benché minima efficacia, lasciando irrisolti i problemi e testimoniando di fatto l'incapacità di questa classe dirigente nel formulare un piano industriale innovativo ed efficace".

Il sindacalista prosegue: "La crisi che ha colpito il nostro paese ha prodotto effetti devastanti per l'intero mondo del lavoro ed i provvedimenti adottati dai governi che si sono succeduti hanno scaricato sul lavoro dipendente gli effetti della crisi. Anche per le associazioni di rappresentanza, spesso viste come un orpello burocratico, gli effetti della crisi si sono fatti sentire, soprattutto quando si contrappone il decisionismo ed il “fai da te” alla mediazione sociale e alla contrattazione. Come Cgil riteniamo che sia necessario avviare immediatamente il confronto su un piano di riorganizzazione finalizzato a ricercare qualità ed efficienza del servizio, razionalizzazione dei costi di struttura, valorizzazione del lavoro. Siamo assolutamente contrari alla modifica dell'applicazione contrattuale, alla penalizzazione di chi costantemente è in prima linea nell'offerta del servizio. Riteniamo ingiustificato e arrogante il comportamento del gruppo dirigente di CNA Emilia Romagna, che scarica su chi lavora inefficienze e responsabilità che vanno risolte ed individuate per dare un futuro sostenibile all'intero sistema, nel quale chi lavora rischia di essere solo penalizzato", conclude Mattioli.