(Adnkronos salute) - Ben 28 mila tonnellate di prodotti sequestrati, per un valore economico di oltre mezzo miliardo di euro, grazie ai 500 mila controlli eseguiti nel 2012 in Italia per vigilare sulla sicurezza alimentare del Belpaese. Questi i dati raccolti nel dossier 'Italia a tavola 2013', a cura del Movimento difesa del cittadino e Legambiente. Giunto quest’anno alla decima edizione, il report è realizzato grazie ai contributi dell'Agenzia delle dogane, Carabinieri per la tutela della salute (Nas), Carabinieri per le politiche agricole e alimentari (Nac), Capitanerie di porto, Corpo forestale dello stato, Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione Frodi (Icqrf) e ministero della Salute.

Certificazione, tracciabilità, qualità, garanzie igienico-sanitarie sono gli elementi che in Italia, come in Europa, possono garantire la sicurezza e mettere all’angolo le falsificazioni, sottolineano Mdc e Legambiente. Non solo. Nel belpaese il pericolo nel piatto riguarda spesso l'alterazione dei prodotti 'made in Italy'. Una truffa che fa gola a molti. Il dossier evidenzia, infatti, come siano "ancora tanti i tentativi di ledere l’integrità del made in Italy e di fare loschi affari a discapito dell’interesse del consumatore e molto spesso anche dell’erario, nonostante gli sforzi tesi a vigilare e a garantire la sicurezza alimentare".

Molte truffe si nascondono in cantina. Nel settore del vitivinicolo, l'Icqfr ha registrato il maggior numero di sequestri (il 47%), pari a un valore di oltre 20 milioni di euro. Non minori gli illeciti rilevati dai Nac sulla filiera del pomodoro, in particolare le produzioni Dop San Marzano e biologico: falsi marchi Dop in etichetta e sui documenti di vendita, falsi disciplinari di qualità, assenza di tracciabilità. Nello specifico, il settore è stato oggetto di attenzione dal 2010 poiché alcune statistiche hanno indicato come da quell’anno l’importazione di origine extra Ue fosse aumentata del 187%: trasformato e confezionato in Italia, il triplo concentrato di pomodoro veniva importato dalla Cina, per poi essere etichettato come Made in Italy. Le ispezioni, complessivamente, hanno portato alla cifra di 4.569 tonnellate sequestrate.