“Si conferma lo stato di stagnazione parallelamente a un ribasso dell'occupazione e a un drastico peggioramento della sua qualità”. È il commento del segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, ai dati diffusi oggi da Unioncamere.

Nel dettaglio, osserva il sindacalista, “cala il numero di assunzioni previste e peggiora la qualità di queste, come più volte da noi segnalato, con un aumento di quelle stagionali a scapito di assunzioni a tempo indeterminato: si torna così ad una netta prevalenza di lavoro precario, confermando i dati delle comunicazioni obbligatorie. Si testimonia cioè - sottolinea - una tendenza ad un futuro fatto di produzione piatta e di riduzione della base occupazionale”.

Per questo, secondo Fammoni, “serve una svolta in direzione dello sviluppo, con una precisa volontà di non chiudere imprese e di non perdere lavoro. Rivendicazioni che, con la necessità di nuove tutele per chi le finisce o è addirittura privo di ogni ammortizzatore, saranno al centro della grande manifestazione della Cgil per il lavoro nel mese di dicembre”.