"Speravamo che a seguito della presentazione del piano industriale che immaginava il rilancio dell’Ama, finalmente ci sarebbe stata una svolta, dopo tanti anni bui, nella gestione della municipalizzata dei rifiuti di Roma Capitale. Purtroppo, agli annunci non è seguito nessun fatto. Il rilancio dell’impiantistica è ancora un miraggio, il servizio offerto ai cittadini è sempre piu’ scadente, nessuna traccia dell’efficentamento aziendale e della rimozione dell’illegalità che da anni, in solitaria, denunciamo. Mentre nulla sullo stato dell’azienda sembra prendere sempre piu’ forma il disegno che la vuole privatizzare. Non ci stancheremo mai di ripetere la nostra contrarietà, e ci opporremo a questo disegno che avrebbe come unico risultato quello di impoverire i lavoratori e peggiorare il servizio". Così, in una nota congiunta, Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio e Natale di Cola, segretario generale della Fp di Roma e del Lazio.

"Di quanto sia sbagliata l'attuale strategia, ne è dimostrazione quello che sta avvenendo in questi giorni nei municipi in cui si sta implementando la raccolta differenziata. In questi quartieri, in cui sono stati tolti i cassonetti  proprio a causa di privati che dovevano consegnare i materiali per la raccolta e non lo hanno fatto, sta scoppiando il caos. Ancora una volta, viste anche le difficoltà e le conseguenze sul servizio con cui si sta procedendo all'implementazione della raccolta differenziata, ribadiamo sia necessario che a fine anno l’azienda, prima di programmare l’attività del 2015, si fermi e faccia una seria analisi dei costi e dei risultati ottenuti. Dunque, riteniamo non piu’ rinviabile un serio confronto sulla gestione del ciclo dei rifiuti nella capitale da parte dell’Ama per  garantire servizi adeguati ai cittadini. Se proseguirà senza adeguate risposte questo stato di incertezza che sta vivendo l’Ama, e che ha portato tutte le sigle sindacali presenti in azienda a indire lo stato di agitazione, ci sarà lo sciopero dei 7.000 addetti", concludono i due dirigenti sindacali.