“Se dovessero essere confermate le anticipazioni in base alle quali, nel Decreto sviluppo, il bonus per gli interventi edilizi di riqualificazione energetica scenderà al 50% saremmo di fronte ad un grave sbaglio”. Lo sostiene Enrico Panini, segretario confederale della Cgil, con delega ai problemi ambientali.

“Le ragioni per cui diciamo che sarebbe un grave sbaglio – spiega Panini - sono presto dette: ridurre il bonus disincentiva gli interventi di risparmio del consumo di energia e, di conseguenza, allontana ancora di più (del già tanto che ci caratterizza) il nostro Paese dal raggiungimento degli obiettivi ambientali vincolanti definiti in sede europea; si colpisce l’occupazione considerato che gli attuali incentivi hanno prodotto ogni anno almeno 50mila posti di lavoro; è in contraddizione pesante con la richiesta recentemente presentata dal Ministro per l’Ambiente al Cipe di prorogare le detrazioni fino al 2020”.

“Per queste ragioni – conclude il dirigente della Cgil - rivendichiamo quantomeno il mantenimento dell’attuale aliquota del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici. Di più, se si vuole imboccare davvero la strada dello sviluppo questo bonus andrebbe esteso anche agli edifici pubblici, residenziali e non, che - in quanto a dispersione energetica - brillano per ritardi e risultati negativi”.