Dopo lo sciopero generale, la Cgil si prepara a proseguire la battaglia contro il Jobs Act e le misure previste dalla Legge di stabilità. Mercoledì 17 e giovedì 18 si riunirà a Roma il Direttivo nazionale. Il governo, nonostante lo sciopero e l’opposizione della minoranza interna al Pd, intende accelerare sul lavoro: già il 22 dicembre il Consiglio dei ministri dovrebbe varare i primi decreti collegati al Jobs Act.

Per il 19 gennaio dovrebbe invece essere confermato un incontro tra il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e i sindacati, come ha annunciato ieri il premier Renzi. Una volta emanati, i decreti dovranno comunque approdare alle Commissioni Lavoro di Camera e Senato per un parere non vincolante.

La sciopero
“Un'adesione media allo sciopero generale Cgil e Uil superiore al 60%, con una partecipazione nelle cinquantaquattro piazze di oltre 1,5 milioni di persone”. Con una nota diffusa alla fine della giornata dello sciopero generale di venerdì 12 Cgil e Uil hanno espresso “forte soddisfazione per la piena riuscita dello sciopero generale promosso per oggi con le parole d'ordine 'Così Non va!', che da Nord a Sud, attraversando tutti i settori, pubblici e privati, ha registrato un'adesione altissima, con una media superiore al 60%. Un andamento positivo ovunque, non solo quindi nei grandi complessi industriali, nei diversi settori della Pubblica amministrazione e nel segmento dei trasporti, ma anche laddove il lavoro è frammentato e precario, come nei servizi e nel commercio, dove la media si assesta anche qui intorno al 60%”.

Uno sciopero che “pur cadendo in un periodo di forte disagio sociale, e di una perdurante grave crisi economica, ha segnato nelle piazze una grandissima partecipazione, segno di una volontà di cambiamento, vera e positiva. Nelle cinquantaquattro piazze più di un milione e mezzo tra lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani, precari e tantissimi studenti, hanno oggi manifestato per chiedere al Governo e al Parlamento di cambiare in meglio la legge sul lavoro nel varo dei decreti attuativi e di intervenire nella legge di stabilità, rimettendo al centro il lavoro, le politiche industriali e dei settori produttivi fortemente in crisi, la difesa e il rilancio dei settori pubblici e la creazione di nuova e buona occupazione”. Quella di venerdì è stata una giornata straordinaria, di “protagonismo assoluto del mondo del lavoro che, riprendendosi la scena, segna un passaggio cruciale della mobilitazione contro le scelte sbagliate del governo, per un cambiamento vero”. Per quanto riguarda gli episodi di violenza che si sono verificati a Torino e Milano, la Cgil li ha subito condannati con estrema “specificando che quanto avvenuto non è in alcun modo associabile alle pacifiche manifestazioni che si sono svolte in tutta Italia in occasione dello sciopero generale di Cgil e Uil. La Cgil invita, quindi, a distinguere bene quanto accaduto, “per evitare che alla protesta dei tanti che sono scesi in piazza possa essere associata la violenza di pochi, che nulla hanno a che vedere con le lavoratrici e i lavoratori di Cgil e Uil che hanno pacificamente manifestato per esprimere la loro legittima protesta nei confronti delle scelte sbagliate di questo governo”.