Stefano Cecconi, responsabile delle politiche della salute della Cgil nazionale, è intervenuto a conclusione della prima giornata di lavori del convegno dedicato a "La medicina della differenza - La sfida della salute di genere", organizzato dallo Spi Cgil (Roma, Centro congressi Frentani 12-13 febbraio). "Quello di oggi è un appuntamento importante – ha detto il dirigente sindacale –, che rientra nella campagna nazionale 'Salviamo la salute', che la Confederazione ha avviato nel settembre scorso e che continuerà fino al prossimo giugno. Tra le priorità della nostra campagna, c'è proprio quella di dare un impulso all'affermazione della medicina di genere, che è già nell'agenda sindacale e fa parte della nostra strategìa dei diritti e che presto trasformeremo in lavoro sindacale, in raccordo con il movimento delle donne, per rendere giustizia delle differenze in un campo essenziale come quello della salute. Questo, al fine di garantire azioni di prevenzione, diagnosi e cura sempre più efficaci e appropriate per tutti: riconoscere le differenze di genere, per noi, vuol dire individuare i bisogni delle persone e trasformarle in diritti".

"Nel contempo – ha proseguito il dirigente Cgil –, dovremo utilizzare un linguaggio e un alfabeto comuni che si adattino e s'intreccino con i linguaggi dei tecnici sanitari e con quelli dei responsabili delle istituzioni a tutti i livelli. Ad esempio, dovremo 'rompere le scatole' a tutte quelle Regioni che non hanno ancora centri ad hoc, adibiti alle differenze di genere. E, a livello nazionale, dovremo fare pressione sul Governo affinchè si facciano interventi appropriati sulla medicina della differenza, a cominciare dalla programmazione, sia nazionale che regionale, nell'ambito dei piani sociosanitari, che devono tener conto delle nuove esigenze: ce lo chiedono gli stessi medici e operatori, che hanno bisogno della società civile per rendere attuabili le loro ricerche e i loro studi in materia e che, a loro volta, hanno bisogno di una formazione sempre più specifica sulla medicina di genere. Per il sindacato, il lavoro da fare è enorme e include anche le differenze di genere sui luoghi di lavoro, in termini di salute e sicurezza, su cui dovremo approntare una piattaforma ad hoc".

Ma tenere conto delle differenze di genere, significa anche garantire una maggiore efficacia ed efficienza della spesa sanitaria. Ne è convinto Cecconi: "Spending review – ha concluso il sindacalista Cgil – significa soprattutto spendere bene i nostri soldi. Ragion per cui, in tema di welfare, dobbiamo garantire un sistema universale che assicuri sempre più il diritto alla salute, senza il quale affondiamo; parimenti, però, dobbiamo cambiare, razionalizzando la spesa, eliminando gli sprechi e introducendo elementi d'innovazione nel sistema. Tutto questo si può fare, puntando, ad esempio sulla centralità del territorio, con una presenza forte e capillare, che assicuri anche interventi sanitari a domicilio e servizi sociali ad hoc".